Latest News

LA MAFIA NEGLI STATI UNITI OGGI


Con forse 100 uomini rimasti, la “Gambino Family” è stata portata alla rovina da John Gotti, esibizionista vanesio e dal figlio di lui John jr., universalmente riconosciuto come “nù fisso”, un fesso. I Bonanno, un tempo signori della droga, sono confinati a Long Island e nei prestiti a usura. I Lucchese, con al massimo 40 picciottelli, hanno il proprio capo di tutti i capi, Vittorio Amuso, in carcere e i Colombo fanno loro compagnia, avendo il “Padrino” storico, Carmine Persico, all’ergastolo. Resistono i Genovese, guidati dall’ex braccio destro di Vito Genovese, Vincent “The Chin”, la bazza, Gigante, che sono riusciti a mantenere qualche controllo sui porti di New York e di Newark, dal quale passa buona parte dell’import di automobili, sulla raccolta dei rifiuti e sul pesce.



La Mafia negli Stati Uniti esiste e prospera, ma è sempre meno Cosa Nostra, sempre meno italiana. Un guscio svuotato dalla mancanza di quelle nuove reclute che un tempo si rovesciavano sulle spiagge di Ellis Island e dalla crisi di una “cultura mafiosa” che è soltanto crimine senza neppure sottocultura. Un super topo. Michael Franzese, che era stato “fatto” membro della famiglia Colombo nel 1975 con il classico rituale del sangue, del santino, del giuramento, quando uscì dal carcere nel 1995 semplicemente gettò la simbolica tonaca mafiosa alle ortiche.

E’ stato lui a raccontare i dettagli della cerimonia di investitura nel 1975 conclusa con un banchetto luculliano e confrontarla con la festa per gli ultimi “uomini fatti” in questi anni, chiusa con un hamburger in un fast food di Brooklyn. Dai festini allo squallido cheeseburger sta la parabola di questo “stato nello stato” che nel 1941 costrinse Franklyn Roosevelt a negoziare la scarcerazione di Lucky Luciano e la deportazione in Italia per sbloccare il porto di New York, dal quale neppure una spilla sarebbe partita per il fronte se il sindacato scarica.
Possiamo ,quindi affermare che ha ragione la FBI quando da tempo afferma che la mafia italiana è ancora ben viva e attiva in America.
Sono almeno tremila i mafiosi oggi nel mirino dell'Fbi, e continuano a operare nei "settori classici": prostituzione, usura, gioco d'azzardo, estorsione, traffico di droga. Solo che lo fanno al passo con i tempi, «si sono evoluti come si è evoluta l'economia».
È questo l'ultimo quadro della mafia italiana in America secondo l'Fbi. In occasione della celebrazione dei suoi 100 anni di attività, il Federal Bureau of Investigation riserva una attenzione particolare al capitolo mafia, anche perchè nell'arco del secolo l'Fbi ha dedicato non poche energie, risorse e uomini nella lotta a quella che – negli Anni Trenta – era nei fatti la principale organizzazione criminale d'America.
Oggi, anche se Cosa Nostra non è più forte come lo era ai tempi di Lucky Luciano, e altre mafie sono attive e potenti (albanesi, russi, asiatici), secondo i principali investigatori d'America la mafia italiana «è ben lontana dall'essere morta». È stata indebolita negli ultimi vent'anni, questo sì, ma il vero motore che la muove, il denaro, la tiene «viva e attiva» più che mai. E oggi i nuovi mafiosi si sanno muovere a loro agio tra fondi, finanziarie, banche internazionali.
«Ciò che vediamo nei film sulla mafia è pura invenzione – ha spiegato alla Cnn uno dei veterani dell'Fbi, Mike Gaeta, che ha dedicato alla lotta a Cosa Nostra la sua intera carriera, e ha guidato l'Fbi nelle ultime indagini sulla famiglia Genovese –. Dimenticatevi il patto di sangue, il codice d'onore e altre cose così. Se mai sono esistite, oggi di certo non esistono più. Oggi la mafia ha un solo significato: denaro».
Gaeta ha riferito che esiste ancora una "tassa" mafiosa «su tutto» dalla spazzatura alla consegna dei cibi a domicilio, ma quello che conta oggi è il «denaro grosso». È intorno a quello che ruotano oggi i tremila mafiosi d'America. Sono concentrati nelle aree di New York, nel sud del New Jersey, e a Filadelfia. 

20 Gennaio 2011 Mafia, maxi retata a New York
Arrestati 127 affiliati

E' l'operazione più importante che la polizia federale abbia mai effettuato. I fermati devono rispondere di omicidio, estorsioni e traffico di droga
Maxi-retata dell’Fbi contro Cosa Nostra a New York. Nel corso dell’operazione sono stati arrestati 127 affiliati a cinque famiglie di italo-americani della Grande Mela: Gambino, Lucchese, Genovese, Bonanno e Colombo. Secondo quanto si è appreso nelle prossime ore ci dovrebbe essere anche un arresto in Italia. In manette sono finiti alcuni uomini del clan dei DeCavalcante, che opera nel New Jersey. Arresti anche in New England.

La retata è scattata prima dell’alba e nel giro di due ore decine di gangster sono stati portati nel carcere di Fort Hamilton. Più di 800 gli agenti impegnati. Tra le accuse associazione mafiosa, omicidio, estorsione e gioco d’azzardo. Il New York Times, che ha definito l’operazione antimafia la più importante che la polizia federale abbia mai effettuato, ha riferito che la famiglia Colombo è stata la più colpita dalla retata, che avrebbe portato all’arresto dell’intera leadership. Tra gli arrestati ci sarebbero anche funzionari sindacali. A Brooklyn sono finiti in manette 13 appartenenti alla famiglia Gambino.

Secondo il ministro della Giustizia, Eric Holder, gli arresti “distruggeranno la mafia”. Secondo il New York Daily News tra gli arrestati ci sono: , presunto capo della famiglia Colombo, accusato dell’omicidio del boss Giuseppe Scopo nel 1993 durante una faida intrafamiliare; il presunto capo della famiglia Gambino, accusato di un duplice omicidio nello Shamrock Bar in Queens nel 1981; Andrew Russo, 76 anni, noto esponente della famiglia Colombo 
oseph (JoJo) Corozzo, 79 anni, ritenuto il consigliere della famiglia Gambino;
image
Benjamin Castellazzo,

image
73 anni, altro presunto appartenente alla cupola dei Colombo; Luigi Manocchio,

image
83 anni, presunto ex capo della mafia nel New England.
La FBI l'ha definita la retata dei padrini con accuse che vanno dall’omicidio al gioco d’azzardo e racket, estorsioni e prestiti ad usura.
Come abbiamo detto le accuse erano dirette a tutte e le cinque famiglie di New York – Colombo, Gambino, Genovese, Bonanno e Luchese – insieme alla famiglia Patriarca del New England e alla famiglia DeCavalcante. del New Jersey .
Le Cinque famiglie è la definizione dell’organizzazione di Cosa nostra americana nella città di New York, sin dagli anni trenta. L’idea delle cinque famiglie venne a Salvatore Maranzano e Lucky Luciano, i quali crearono anche una commissione, cioè una riunione di queste famiglie. Sono tra le più potenti e le più conosciute negli Stati Uniti.
Nei primi anni Venti il gruppo di Castellammare guidato da Salvatore Maranzano (“boss of bosses”) e i suoi subalterni, tutti provenienti da Castellammare del Golfo (Sicilia) tra cui Joseph Bonanno, erano in guerra per il controllo del territorio newyorkese contro il clan di Joe Masseria (“Joe the Boss”) e il suo braccio destro Lucky Luciano (con i suoi amici Frank Costello e gli ebrei Meyer Lansky e Benjamin Siegel), vicini al clan di Al Capone di Chicago. La guerra castellammarese si risolse con il tradimento di Lucky Luciano nei confronti del suo capo Joe Masseria, in favore di Salvatore Maranzano. All’idea di un possibile successivo tradimento di Maranzano, Luciano decise di uccidere infine anche quest’ultimo. Accordatosi con Bonanno e gli altri di Castellammare decisero di creare una commissione di cinque famiglie per spartirsi la città. Dal subalterno di Luciano, Vito Genovese, deriva il nome della famiglia Genovese, diretta discendente del clan Luciano.

“Gli arresti di oggi segnano un passo avanti importante e incoraggiante nella lotta a Cosa Nostra” afferma Eric Holder “Ma la realtà è che la nostra battaglia contro le imprese del crimine organizzato è tutt’altro che finita “.

Le autorità hanno sostenuto che le incriminazioni sono il risultato di anni di indagini, compreso l’uso di intercettazioni telefoniche e informatori che hanno collaborato.

“Questo è il risultato di anni di lavoro investigativo e dei testimoni che hanno collaborato, una tendenza che ha sicuramente dato una svolta a favore delle forze dell’ordine”, ha detto Janice Fedarcyk, capo del FBI di New York. “Il voto del silenzio che fa parte del giuramento (omertà) è più un mito che la realtà di oggi.” Le Autorità hanno affermato che Russo, boss della famiglia Colombo è stato coinvolto nel 1993 nell’omicidio di Scopo Giuseppe, avvenuto dinanzi la sua abitazione a Ozone Park a Queens, NY

In un caso che risale al 1981, le autorità hanno sostenuto che Vernace, membro della famiglia Gambino, è stato coinvolto nel duplice omicidio dei proprietari di un bar, Richard Godkin e Giovanni D’Agnese, all’interno del Bar Shamrock nel quartiere di Queens Woodhaven .

Il Direttore dell’FBI Robert S. Mueller III, ha affermato: “Alcuni credono che la criminalità organizzata sia una cosa del passato mentre, purtroppo, ci sono ancora persone dedite all‘estorsione, all’intimidazione, che perseguitano americani innocenti I costi che sono costretti a pagare le imprese sono in ultima analisi. a carico dei consumatori americani a livello nazionale. ”

Personaggio di primo piano tra gli incriminati, sarebbe Luigi “Louie” Manocchio, 83 anni.

Secondo l’ufficio del procuratore americano del Rhode Island, l’incriminazione di Manocchio faceva parte di un’ampia campagna contro la mafia nel Nord-Est, nel corso della quale sono stati accusati 91 membri e collaboratori di sette famiglie della criminalità organizzata per reati federali, incluso l’omicidio e l’estorsione.

Manocchio è stato a capo della famiglia di Cosa Nostra del New England.

Thomas Iafrate, – anch’egli accusato – avrebbe accantonato, raccolto e consegnato i pagamenti per la protezione a Manocchio, effettuati dal gruppo Satin Doll, Cadillac Lounge, e da altre attività di intrattenimento per adulti.

Come capo della mafia del New England, Manocchio presumibilmente ha supervisionato tutte le attività illecite della famiglia da Boston a Worcester, così come in Rhode Island e dalle parti del Connecticut.

Le accuse contro Manocchio e Iafrate comportano una pena massima di 20 anni in una prigione federale e una multa di 250.000 dollari. La procura ha fatto sapere che le indagini non sono concluse e quindi potrebbero esserci ancora ulteriori sviluppi.

I processi sono stati aperti a Providence, Brooklyn, Manhattan e Newark, NJ. Quattro degli imputati sono accusati di cinque omicidi.

FRANK CALI'





Francesco Paolo Augusto Calì (o semplicemente Frank Calì ) è nato a New York nel 1965.Presunto appartenente alla famiglia Gambino, viene considerato il mediatore tra Cosa Nostra Americana e Cosa Nostra siciliana.È stato arrestato nel febbraio 2008 nell'operazione Old bridge,ufficialmente amministrava società di import export di frutta.Il boss, secondo le indagini condotte in maniera congiunta dall'Fbi e dal Servizio centrale operativo della polizia di Stato, è da alcuni anni in contatto con i mafiosi palermitani che facevano capo a Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo. Nell'inchiesta Old bridge per 90 persone sono stati disposti provvedimenti restrittivi da parte dei magistrati della procura distrettuale di New York e dei pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo .Coinvolti esponenti delle famiglie mafiose palermitane, nomi già noti per le inchieste sui traffici internazionali di stupefacenti tra l'Italia e gli Stati Uniti, che avrebbero riallacciato relazioni sul territorio americano, in particolare con uomini della famiglia mafiosa americana degli Inzerillo-Gambino. Sposato con una Inzerillo da cui ha avuto due figli,la sua «combinazione» nella famiglia Gambino risale a molti anni fa, a riferirlo al Federal bureau of investigation era stata nel gennaio 1997 una loro fonte attendibile. Due anni dopo un pentito, Frank Fappiano, che era uomo d'onore dei Gambino, ha riferito ai magistrati americani di aver conosciuto Calì come «wiseguy», ovvero uomo d'onore. Franky boy era stato così inserito nel quadro di comando della famiglia dopo l'arresto dei fratelli John e Joe Gambino e Jackie D'Amico che era il capo della 18/a strada di Brooklyn a New York. Gli affari illeciti di Frank Calì girerebbero attorno a diverse società americane, in particolare la «Circus fruits» di New York. «Franky boy» era in contatto con i boss di Palermo, in particolare con Antonino Rotolo tramite Nicola Mandalà, mafioso di Villabate, detenuto e già condannato per mafia, e Gianni Nicchi, latitante, ritenuto un sicario di Cosa nostra. I due palermitani in passato sono stati a New York dove hanno incontrato più volte Calì, che al loro ritorno a Palermo hanno indicato al capomafia Rotolo come «amico loro».

FILIPPO CASAMENTO


image

Filippo Casamento ottantaduenne è indicato dall'Fbi «vicino» alla famiglia Inzerillo. Rientrato illegalmente nel 2004 negli Stati Uniti, fino adesso ha vissuto sotto falso nome in America. È accusato dell'omicidio di Pietro Inzerillo, assassinato nel New Jersej nel gennaio 1982. Le indagini avviate negli Stati Uniti hanno evidenziato un forte collegamento con boss di Palermo, in particolare con Giovanni Inzerillo, figlio di Totuccio ucciso durante la guerra di mafia, che secondo Casamento, intercettato, «Ormai cammina da solo». Per l'Fbi e gli investigatori dello Sco della polizia di Stato, Casamento sarebbe a conoscenza di traffici di droga che sarebbero stati avviati con i trafficanti Salvatore Miceli e Roberto Pannunzi, il primo ancora latitante in Sud America e il secondo attualmente detenuto.
Un tempo - negli Anni Settanta - era il "sottocapo" della "famiglia" palermitana di Boccadifalco. Poi, nei mesi dello scontro fra Palermitani e Corleonesi, è fuggito negli Usa. E' uno dei più illustri "scappati", quei mafiosi che hanno lasciato la Sicilia per non finire nelle "camere della morte" di Totò Riina. Negli Usa Filippo Casamento è diventato una star del traffico di stupefacenti. Più volte condannato, è stato liberato il 21 agosto del 2002 ed espulso dagli Stati Uniti il successivo 2 settembre. Giovanni Inzerillo, il figlio di Totuccio, è suo "figlioccio.

Nessun commento:

Posta un commento

La mafia siciliana Designed by Templateism.com Copyright © 2014

Immagini dei temi di hdoddema. Powered by Blogger.