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Spatuzza ammesso al programma di protezione


Spatuzza ammesso al programma di protezione


Mazara del Vallo (Tp), 01-07-2011
I giudici della prima sezione ter del Tar Lazio hanno annullato la decisione della Commissione pentiti del Viminale che, l'anno scorso, ha rifiutato l'ammissione al programma di protezione al collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza. ''Aspettiamo di leggere le motivazioni del provvedimento'', ha commentato il legale del pentito Valeria Massei. 
Tra i motivi della decisione il fatto che il dichiarante avesse riferito fatti a sua conoscenza oltre i 180 giorni previsti dalla legge come limite massimo per dire tutto quello che si sa. Per lo stesso motivo il contributo di "Asparinu 'U Tignusu" non era stato preso in considerazione dai giudici del processo Dell'Utri, che avevano assolto il senatore del Pdl per i fatti a lui contestati dal '92 in poi.
Proprio le vicende di cui aveva parlato Spatuzza, che aveva riferito le parole di Giuseppe Graviano, "felicissimo per avere avuto da persone serie (Berlusconi e Dell'Utri, ndr) garanzie sul fatto che ci saremmo messi il Paese nelle mani". La bocciatura di Spatuzza aveva suscitato una serie di polemiche, perche' si era ipotizzato da parte delle opposizioni che si trattasse di un favore al premier.
Duro colpo al clan mafioso dei corleonesi
All'alba di oggi i carabinieri del Gruppo di Monreale e del Ros hanno arrestato il fratello del boss mafioso Toto' Riina, Gaetano di 79 anni e due pronipoti. Secondo gli inquirenti, Gaetano Riina sarebbe "il nuovo capo del mandamento di Corleone". In carcere, insieme a Riina, altre tre persone accusate di associazione mafiosa ed estorsione, tra cui due pronipoti del boss e un'altra persona. Si tratta di Alessandro Correnti e Giuseppe Grisafi, parenti di Riina, e Giovanni Durante. 

Dall'inchiesta, coordinata dalla Dda di Palermo, e' emerso il ruolo di vertice che Gaetano Riina aveva assunto, nonostante vivesse da tempo a Mazara del Vallo, nel trapanese, anche grazie al capo di Cosa nostra. Secondo i magistrati Gaetano "rappresentava il mandamento e gestiva i rapporti, molto spesso delicati, con gli altri clan della provincia" oltre ad avere "una forza influente". Riina e' stato arrestato a Mazara del Vallo (Trapani), dove viveva. 

L'attivita' investigativa, durata circa 3 anni, ha permesso di delineare il nuovo assetto del mandamento mafioso di Corleone e delle storiche famiglie che avevano subito durissimi colpi con l'arresto dei capi storici e con il sequestro di numerosi beni, dopo l'operazione Perseo, sempre condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo. Le investigazioni da subito "hanno dimostrato la forte influenza di Gaetano Riina - dicono gli inquirenti - il quale, benche' residente da anni a Mazara del Vallo, forte della sua esperienza e del rapporto di parentela con il capo di Cosa nostra, era la persona con il giusto carisma e ascendente per poter rappresentare degnamente Corleone nel rapporto molte volte complicato con gli altri mandamenti della provincia".
 

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