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Mafia ed estorsione: 5 arrestati a Comiso e Ragusa


Mafia ed estorsione: 5 arrestati a Comiso e Ragusa

Vittoria, 1 ottobre 2012 – Questa mattina circa 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa, con l’ausilio di un elicottero dell’Elinucleo di Catania e di due unità cinofile, una per la ricerca di stupefacenti e l’altra per armi, davano esecuzione ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, emesso nei confronti di 5 persone di Comiso e Ragusa:
- M.C. inteso “Mario ‘u checcu”, ovvero “Mario Saponetta”, 50 enne nato a Vittoria ma residente a Comiso, pregiudicato;
- F.R. inteso “Franco” o “Franco sapunetta”, 53 enne nato a Vittoria ma residente a Comiso, fratellastro di M.C., pregiudicato;
-  S.S., 38 enne nato a Palagonia ma residente a Comiso, pregiudicato;
- D.I., 36 enne nato a Vittoria ma residente a Ragusa, fratellastro dei C., pregiudicato;
- M.S., 25 enne nato e residente a Comiso, pregiudicato.
Sono gravemente indiziati di Associazione per delinquere di stampo mafioso, aggravata dal fatto di essere l’associazione armata, estorsione e tentate estorsioni aggravate e ancora detenzione e porto abusivo di armi da guerra e comuni.
Sempre nella stessa mattinata i militari hanno eseguito una decina di decreti di perquisizione domiciliari.
L’operazione colpisce capi e luogotenenti di una pericolosa cosca armata della “Stidda” attiva a Comiso e riconducibile a quella già denominata clan Dominante di Vittoria.
L’attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, che si è avvalsa della preziosa collaborazione della Procura della Repubblica di Ragusa, è stata condotta dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Ragusa, mediante servizi di osservazione e pedinamento coniugati a operazioni tecniche di intercettazione iniziate da febbraio scorso, ed ha consentito di comprendere le dinamiche della mafia comisana e delle sue autonome cointeressenze illecite con lo storico clan “Dominante”, delle attività predatorie commesse in una vasta area della provincia ai danni di imprenditori e degli approvvigionamenti di armi da guerra in Calabria.
L’organizzazione è stata promossa, organizzata e diretta da M.C., già condannato per associazione mafiosa e da poco scarcerato dopo aver scontato una pena detentiva di 8 anni per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, personaggio di grande caratura criminale che dalla sua scarcerazione provvedeva a riorganizzare le fila della criminalità organizzata di Comiso. Attraverso i suoi luogotenenti e gregari aveva strutturato il sodalizio in maniera tale da avere tra le finalità quelle di attuare un ferreo controllo del territorio sottoponendo ad estorsione numerosi commercianti del centro casmeneo. Per quanto attiene alle estorsioni, le indagini hanno permesso di chiarire che erano attuate col metodo mafioso, con visite “di persona” sul luogo dell’attività commerciale della vittima facendo riferimento al classico bisogno di reperire denaro per assistere le persone detenute e i loro familiari.
6 sono gli imprenditori identificati e circa una decina quelli ancora in corso di identificazione, alcuni dei quali verranno sentiti nei prossimi giorni. Con riguardo alle armi, l’attività d’intercettazione ha consentito di accertare che il gruppo aveva nella propria disponibilità diverse armi tra cui pistole e mitragliette “Skorpion”; altresì opportuno servizio di riscontro, appositamente predisposto in data 16 luglio 2012, consentiva di addivenire all’arresto in flagranza di reato di 9 persone, tra cui G.G. e S.S., che di ritorno da un viaggio venivano sorpresi con un borsone contenente due fucili destinati ad armare ulteriormente il gruppo.
L’accertata escalation della commissione di alcuni gravi reati di natura estorsiva mediante incendi e con l’intento di far uso eclatante di armi – approvvigionate dalla vicina Calabria-, oltre al pericolo di fuga giustificato da alcune conversazioni intercettate dalle quali si capiva che alcuni sodali erano pronti alla latitanza, ha determinato sostanzialmente l’esigenza di ricorrere ai fermi, atteso il grave pericolo che l’attività del sodalizio stava determinando per la pubblica incolumità.
Nel contesto dell’operazione odierna, sempre su disposizione della Distrettuale etnea, venivano altresì eseguite delle perquisizioni.
Nel corso di una di queste perquisizioni, a carico di soggetti indagati e collegati ai fermati, è stata rinvenuta e sequestrata una penna lanciarazzi modificata per sparare cartucce calibro 22, munita di silenziatore artigianale di 16 cm entrambi di provenienza clandestina, perfettamente funzionanti.
Per detenzione abusiva di arma clandestina è stato tratto in arresto, in flagranza di reato, S.A., 36 enne residente a Comiso.

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