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Mafia: Spatuzza, cosi' si inceppo' telecomando per attentato all'Olimpico


Mafia: Spatuzza, cosi' si inceppo' telecomando per attentato all'Olimpico


Palermo, 5 ott. - (Adnkronos) - "Era tutto pronto per fare esplodere l'ordigno allo Stadio Olimpico di Roma per uccidere un centinaio di Carabinieri, io e Salvatore Benigno eravamo su un motorino e siamo andati su una collina. Qui Benigno ha schiacciato il etelcomando ma non e' successo niente, Lo ha rischiacciato ma non vedeva piu' l'obiettivo. E nel frattempo il pullman con a bordo i carabinieri era gia' passato. Se avessimo premuto il telecomando nuovamente avremmo fatto una carneficina e non avremmo colpito i Carabinieri, cosi' abbiamo dininnescato l'ordigno esplosivo". E' il racconto crudo del pentito di mafia Gaspare Spatuzza che, collegato in videoconferenza, racconta ai giudici del Tribunale del processo al generale Amrio Mori e del colonnello Mauro Obinu, le fasi del fallito attentato all'Olimipico di Roma, organizzato per meta' gennaio del 1994. "Io e Benigno siamo tornati a Palermo la stessa sera - spiega ancora il collaboratore di giustizia - ci saremmo dovuti vedere nei giorni successivi con Giuseppe Graviano , che avevao ordinato l'attentato ma non l'ho piu' rivisto perche' venne arrestato a Milano il 27 gennaio 1994".
E' lo stesso pentito a spiegare ai pm Lia Sava, Francesco Del Bene e Antonino Di Matteo, che sarebbe stato proprio Giuseppe Graviano, ex boss di Brancaccio, a "ordinare l'attentato". "Disse: 'dobbiamo fare bingo. E Bingo significa nel gergo mafioso proprio attentato". "Il nostro compito era quello colpire i carabinieri e quello era il luogo dove potevano essercene molti, almeno 100 o 150 o forse duecento". A un certo punto Graviano avrebbe detto a Spatuzza di aumentare "la portata dell'esplosione". "Cosi' abbiamo inserito dei tondini di ferro per aumentare la capacita' distruttiva della bomba", dice ancora il collaboratore, che indossa un giubbotto scuro con il cappuccio.
Invece, non arrivo' "l'input" per un altro attentato di cui si era parlato, e che doveva essere realizzato alle "Torri", un complesso residenziale di Palermo, di fronte allo stadio della Favorita dove alloggiano centinaia di rappresentanti delle forze dell'ordine. "dovevamo uccidere dei carabinieri - ha detto Spatuzza - ma non arrivo' mai l'input per realizzarlo".

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