Latest News

Anche la mafia soffre la crisi


Anche la mafia soffre la crisi


Anche la mafia non sarebbe immune alla recessioneCosa Nostra “deve fare i conti” con la crisi economica, che ha aggravato il calo del fatturato criminale, soprattutto sul racket delleestorsioni. Lo aveva spiegato anche il Presidente della corte d’appello di Palermo, Vincenzo Oliveti, nella sua relazione, un mese fa: aveva sottolineato come i commercianti fossero sempre meno propensi a cedere alle richieste di denaro, considerate le difficoltà economiche, spingendo nuovamente l’organizzazione mafiosa verso il mercato della droga. Adesso anche l’Independent spiega le mosse della mafia per fronteggiare la recessione. E come stia portando avanti una “spending review“. Tanto che nel mandamento della Noce, ieri decapitato grazie ad un’operazione delle forze di polizia, il boss Renzo Lo Nigro avrebbe anche imposto dei tagli nell’assistenza ai familiari dei detenuti. Una decisione che aveva scatenato le proteste interne, con protagoniste le donne dei boss incarcerate.

LA MAFIA E LA CRISI ECONOMICA – Nonostante la crisi, gli introiti di un’ipotetica “Mafia Spa” valgono ancora l’1,7 per cento del Pil, come aveva spiegato un rapporto diTranscrime sull’organizzazione mafiosa, ormai infiltrata in tutti i settori dell’economia del paese, soprattutto tra quelli immobiliare, estrattivi e alberghieri, oltre alla gestione dei rifiuti e ad aver da tempo puntato gli interessi sull’industria dell’energia rinnovabile. La presenza mafiosa – come spiegava anche il rapporto di Transcrime – è ormai capillare anche al nord del paese. L’Independent spiega però come l’organizzazione malavitosa stia cercando di “gestire” le inevitabili conseguenze che derivano dalla recessione che stenta ad abbandonare il nostro paese. Tanto da portare avanti una sorta di spending review: “Soltanto i capi mafia saranno risparmiati dai tagli all’assistenza”, mentre tra i più colpiti c’erano proprio i parenti dei mafiosi incarcerati, con mogli e fidanzate a guidare le proteste.
I TAGLI E LE PROTESTE – Ad essere colpiti dalla scure in versione criminale sono stati sopratutto gli stipendi mensili corrisposti ai familiari dei mafiosi detenuti. Così sono state le donne a manifestare il proprio dissenso verso la spending review. Una battaglia interna a Cosa Nostra, dato che ad essere colpiti sono soltanto i “picciotti”, gli strumenti in mano alle cosche, e non i boss stessi. Sembra quindi che le indagini coordinate dai sostituti procuratori Francesco Del Bene, Gianluca De Leo e Lia Sava stiano smantellando parte del fatturato criminale. E’ stata anche intercettata una telefonata durante la quale una moglie di un mafioso arrestato di recente si lamenta della situazione finanziaria:  ”Deve badare a me,  a mio marito e deve badare ai miei figli”, diceva la donna. ”Novembre, dicembre, gennaio e poi non ho visto più nessuno. Non è giusto che abbandonano mio marito”, continuava, cercando di far arrivare il messaggio allo stesso Lo Nigro, il capo clan arrestato insieme ai due collaboratori Girolamo Albanese e Mario Di Cristina.
WELFARE ALTERNATIVO? – Spiega l’Independent come “un paio di anni fa si prevedeva come la criminalità organizzata in Italia potesse prosperare nella crisi economica”, costringendo le imprese ad accettare le offerte di finanziamento, data la stretta del credito. Eppure oggi sembra che la crisi si faccia sentire anche per Cosa Nostra. L’esperto di mafia Corrado De Rosa, che ha appena pubblicato il libro “Mafia da legare” (Mafia Mad) con la giornalista Laura Galesi, ha spiegato come la mafia abbia agito come un “anti-Stato, un sistema di welfare alternativo”. Ma come la protesta delle donne mafiose, di fronte ai tagli, possa essere una svolta: ”Venti anni fa questo non sarebbe mai accaduto”, ha concluso De Rosa.
fonte: http://www.giornalettismo.com

Nessun commento:

Posta un commento

La mafia siciliana Designed by Templateism.com Copyright © 2014

Immagini dei temi di hdoddema. Powered by Blogger.