Latest News

Dopo Vienna, a Buenos Aires il ristorante che celebra la mafia

Dopo Vienna, a Buenos Aires il ristorante che celebra la mafia

Piatti dedicati ai capi di Cosa Nostra
e memorabilia tra cinema e realtà
appesi ai muri del locale argentino
PAOLO MANZO
Per la “Guia Resto” argentina è semplicemente un “ristorante internazionale” e la critica è dura soprattutto ai primi “congelati e scotti”. Ma “Arte de Mafia” sta facendo parlare di sè nel mondo non per la qualità dei suoi piatti bensì per l’idea che c’è dietro: la celebrazione della mafia nei suoi aspetti più tradizionali, a partire dalla gastronomia. Un mix di luoghi comuni e pericolosi stereotipi che pare sia di grande appeal tra i clienti di Buenos Aires.  

Creato nel 2004 il locale, gestito da argentini che con la mafia non hanno niente a che vedere, è venuto alla ribalta dopo le recenti polemiche del suo alter ego viennese “Don Panino”. In uno spazio relativamente piccolo anche qui, infatti, si celebrano i peggiori boss della storia, con piatti dedicati ai capi di Cosa Nostra - tra gli altri Provenzano - ’Ndrangheta e Camorra. Furoreggiano nel menù il “Petto di pollo dei picciotti” con salsa di rucola e olive, i “Gamberetti della Famiglia Genovese” a base di pancetta e cipolle, “l’Agnello di Carlo Gambino con risotto vegetale e mascarpone” e la “Picada de Vito Corleone”, un piatto di prosciutti, salami, formaggi, olive, inutile a dirlo piccantissimo come nella migliore cucina siciliana. Appese alle pareti foto e memorabilia tratti dalla realtà e dal cinema con l’immancabile Marlon Brando alias Don Vito Corleone che con il suo sguardo cupo sembra sorvegliare enigmaticamente i clienti. Ogni fine settimana, poi, gruppi musicali si esibiscono con il solito repertorio di canzonette italiane.  

A coronare il tutto, il video promozionale del ristorante invita ad assaporare “gli squisiti sapori della mafia” giocando sull’ambiguità della diffusione capillare della mafia nel mondo. Il testo che lo affianca dice infatti che «secondo la leggenda, nell’epoca d’oro della mafia, vari gruppi uscirono dall’Italia. Uno di questi si stabilì nel quartiere Palermo Viejo di Buenos Aires dove continuò a fare affari in mezzo a lauti banchetti e pranzi». Per uno dei più stimati esperti di mafia dell’America Latina, il procuratore brasiliano Walter Fanganiello Maierovitch, amico personale del giudice Falcone nonchè a capo dell’Istituto Giovanni di Falcone di San Paolo «non è un ristorante in sè che preoccupa ma l’idea che c’è dietro, che della mafia si possa apprezzare anche un solo aspetto. Finchè non si capirà che è un argomento su cui non si può scherzare la cultura della mafia non sarà mai sradicata». 

Nessun commento:

Posta un commento

La mafia siciliana Designed by Templateism.com Copyright © 2014

Immagini dei temi di hdoddema. Powered by Blogger.