Mafia, l'autista del boss Graviano
testimone al processo Tagliavia
Il collaboratore di giustizia ascoltato in Corte d'assise d'appello tramite videoconferenza dal carcere. E a Palermo, nella trattativa Stato-Mafia si allarga la lista delle parti civili
Il collaboratore di giustizia Fabio Tranchina, che fu autista del boss Giuseppe Graviano, il 19 giugno verrà ascoltato in Corte d'assise d'appello a Firenze per il processo di secondo grado al boss Francesco Tagliavia, condannato all'ergastolo nell'ottobre del 2011 per le stragi mafiose del 1993.
La Corte d'assise d'appello di Firenze, presieduta da Salvatore Giardina, ha così accolto in parte le richieste del difensore di Tagliavia, l'avvocato Luca Cianferoni, che avrebbe voluto che la rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale comprendesse la citazione come testimone, oltre che di Tranchina, anche del pentito Gaspare Spatuzza.
Nell'illustrare le sue richieste, l'avvocato Cianferoni ha spiegato che i due pentiti avrebbero dovuto chiarire "chi fosse il capo mafia di Corso dei Mille fra il 1992 e il 1993": per l'accusa quel ruolo era ricoperto da Tagliavia.
Secondo la difesa, invece, specie da quanto emerge dagli sviluppi dell'indagine di Caltanissetta sulla strage di Capaci, dalle rivelazioni dei pentiti emerge un "Tagliavia che viene tenuto fuori dalle decisioni e, quindi, che non può ricoprire il ruolo di capo famiglia".
"Cosa Nostra - ha concluso Cianferoni - in quel periodo si è messa a disposizione di dinamiche in parte sue e in parte di un livello eversivo nazionale. Scarantino, sulle cui dichiarazioni si sono basati i primi processi per via d'Amelio, è un bugiardo di Stato".
I pg Alessandro Crini e Giuseppe Nicolosi si erano opposti alle richieste del difensore. In aula erano presenti anche i rappresentanti dell'associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili. Prossima udienza il 3 giugno, quando ci saranno nuove richieste di rinnovazione di istruttoria dibattimentale da parte della difesa di Tagliavia. L'imputato era collegato dal carcere, in videoconferenza.
Nel processo per la trattativa Stato-mafia, invece, si allunga la lista delle possibili costituzioni di parti civili davanti alla corte d'Assise di Palermo. Oltre alle 10 già costituite, e alle altre 14 che avevano inoltrato la stessa richiesta nella scorsa udienza, ci sono anche l'associazione antiracket di Marsala, l'associazione antimafie Rita Atria, il Comune di Capaci.
Il pm Francesco Del Bene (per la procura sono presenti anche l'aggiunto Vittorio Teresi e i sostituti Nino Di Matteo e Roberto Tartaglia) ha chiesto l'ammissione del Comune di Firenze, della Regione Toscana, dell'associazione dei Georgofili, così come dell'associazione Addiopizzo, dei familiari di Salvo Lima, dell'associazione Libera, del Comune di Campofelice di Roccella. In più il pm ha invocato l'estensione della costituzione di parte civile del Comune di Palermo anche contro l'ex politico Nicola Mancino che avrebbe leso "senza alcun dubbio" l'immagine della città.
Il pm ha invece chiesto di non ammettere Salvatore Borsellino nella veste di fratello del magistrato ucciso, ma solo come leader del movimento Agende rosse. La procura si è infine pronunciata contro le altre richieste tra cui Libere terre, l'associazione Rita Atria, il Comune di Capaci, l'antiracket di Marsala. La maggior parte degli avvocati si è pronunciata negativamente su alcune o su tutte le richieste di costituzione di parte civile.
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