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Mafia, processo “Nuova Cupola”: iniziano le arringhe difensive

Mafia, processo “Nuova Cupola”: iniziano le arringhe difensive

Dopo la requisitoria dei pm Rita Fulantelli ed Emanuele Ravaglioli (39 richieste di condanna per circa 360 anni di carcere e una sola assoluzione) sono iniziate le arringhe difensive al processo scaturito dall’inchiesta antimafia “Nuova Cupola”. Ieri mattina il gup di Palermo, Daniela Cardamone ha dato la parola, fra gli altri, agli avvocati Gianfranco Pilato, Enzo Caponnetto e Giovanni Castronovo. I legali Pilato e Caponnetto hanno chiesto l’assoluzione dell’empedoclino Gaspare Carapezza, accusato di tentata estorsione con metodo mafioso.
L’imprenditore edile trentaseienne, libero per effetto della decisione del tribunale del riesame, avrebbe fatto intervenire il boss Fabrizio Messina e i cugini Salvatore e Maurizio Romeo per convincere un collega a concedergli una dilazione nel pagamento di un credito. “Vaccaro – ha detto l’avvocato Pilato – non si mostra per nulla spaventato tanto che al telefono minaccia Carapezza e gli dice di saldare subito il debito”.
L’avvocato Giovanni Castronovo ha chiesto l’assoluzione dell’empedoclino Giorgio Traina, accusato di riciclaggio: secondo la Dda avrebbe investito in maniera occulta il denaro di Cosa Nostra in un’azienda che produceva calcestruzzo. Lo stesso avvocato Castronovo ha chiesto pure l’assoluzione del siculianese Roberto Belvedere: “L’unica telefonata dalla quale si ricava la sua appartenenza a Cosa Nostra non è indicativa perché il presunto boss Antonino Gagliano, intercettato poco dopo, sminuisce la caratura di Belvedere”.

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