Romanzo criminale (film)
« A metà degli anni settanta una banda di delinquenti di strada partì dalle periferie per conquistare Roma. Per inseguire il loro sogno ingenuo e terribile travolsero ogni ostacolo. Strinsero alleanze pericolose. Si credevano immortali. La nostra storia è ispirata a fatti reali. I personaggi sono frutto dell'immaginazione degli autori » |
(Introduzione alla trama del film) |
Romanzo criminale è un film di Michele Placido del 2005, tratto dall'omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo del 2002.
La vicenda è ispirata alla storia della banda della Magliana, nome attribuito dal giornalismo italiano a quella che venne considerata la più potente organizzazione criminale che abbia mai operato a Roma, cui vennero attribuiti legami con Cosa nostra, Camorra e 'Ndrangheta, ma anche con esponenti del mondo della politica, della massoneria, come la loggia P2 diLicio Gelli, della estrema destra eversiva, dei servizi segreti e del Vaticano.
Il film si è aggiudicato 8 David di Donatello 2006, 5 Nastri d'argento 2006, e 2 Ioma 2006.
Trama
Roma, fine anni sessanta, alcuni ragazzini poveri rubano un'auto e ad un posto di blocco investono un agente ma riescono a scappare ed a nascondersi nel loro rifugio, una roulottevicino alla spiaggia, dove decidono i loro soprannomi, ed il loro destino: si chiameranno il Libano, il Dandi, il Freddo ed Il Grana; poco dopo tuttavia arriva la polizia ed essi fuggono ma vengono presi: il Libano si ferisce alla gamba, il Dandi scappa ed Andreino, vero nome de Il Grana, muore per le ferite riportate durante la corsa spericolata con l'auto rubata.
Alcuni anni dopo il Libano attende il Freddo all'uscita del carcere e, insieme al Dandi (ispirato a Enrico de Pedis anche nel romanzo), a Bufalo, ai fratelli Ciro e Aldo Buffoni ed altri piccoli criminali della malavita romana, organizzano un sequestro di persona: reclutato il Nero, uno spietato neonazista esperto in arti marziali, rapiscono il Barone Rosellini, un ricco possidente, poi ucciso, ancora prima di aver ottenuto un congruo riscatto.
Invece di spartire subito i soldi, il Libano propone a tutti i componenti del gruppo di formare una banda e di investire nel traffico dell'eroina, mettendo in piedi una vera organizzazione criminale che riesce in poco tempo ad assumere il controllo assoluto del traffico di droga a Roma, estromettendo, o eliminando fisicamente, i vecchi boss. Presto le loro mire si espandono verso altri campi, come quello della prostituzione e del gioco d'azzardo, e si alleano con Cosa Nostra tramite un boss chiamato Zio Carlo, oltre ad ottenere la protezione degli "uomini senza volto", a cui lo Stato, nella persona del misterioso Dottor Carenza e de il Vecchio, affida lavori segreti e sporchi. Grazie all'approvazione di Zio Carlo, il Freddo e Il Libano uccideranno Il Terribile, boss che controllava la droga che circolava a Roma e che li aveva denunciati per riprendersi il potere sulla capitale.
Nasce così la leggenda della banda della Magliana, che metterà a ferro e fuoco la città, le cui vicende si intrecceranno con gli avvenimenti più misteriosi della storia d'Italia per oltre 25 anni, tra cui l'omicidio di Aldo Moro e la strage di Bologna.
L'unico a intuire lo strapotere del gruppo criminale è il commissario Scialoja, osteggiato però dai superiori, il quale, durante le indagini, inizia un'ambigua relazione con Patrizia, una prostituta, donna del Dandi.
Con il rafforzarsi della banda cresce anche l'ambizione di Libano, che spinge il gruppo ad osare sempre di più ma contemporaneamente Freddo si innamora dell'innocente Roberta, con la quale vorrebbe ritirarsi, disgustato dalla connivenza della banda con la mafia ed i politici, ma soprattutto per non essere ancora una volta pedina in occulti giochi di potere.Libano, preoccupato e sotto pressione, viene accoltellato da Gemito, uno dei suoi scagnozzi, per un debito di gioco non onorato.
Guidata da Freddo e Dandi, la banda ritrova la sua unità per vendicare la morte dell'amico e boss, ma la morte del capo carismatico segna comunque l'inizio della fine: incastrata da un delatore, il Sorcio, tutta la banda viene arrestata e condannata, meno Dandi, protetto dalle alte amicizie. Verrà successivamente assassinato dal Bufalo.
Freddo, pur di evadere e rivedere Roberta, si inietta del sangue infetto, fornito da un medico cocainomane amico del Dandi; tale sangue lo avrebbe condotto alla morte nel giro di poco tempo ma viene comunque assassinato dal servizi segreti, poiché egli, spinto dalla morte di Roberta, uccisa dallo scoppio di un'autobomba per una vendetta trasversale contro Il Freddo, dalla malattia e dal disgusto, aveva deciso di confessare tutto quanto sapeva della banda e delle losche protezioni di cui è stata beneficiaria. La banda è ormai divisa ed iniziano i regolamenti di conti interni che porteranno ad un lungo bagno di sangue: uno ad uno i componenti scompariranno, inghiottiti dagli stessi pericolosi giochi di potere di cui erano stati creatori.
Sul finire del film un accenno piuttosto marcato all'implicazione dei servizi segreti e di altre forze statali nell'ambito di tutta la vicenda, e quasi una sorda compassione nei riguardi di quelli che furono sì carnefici, ma vittime al tempo stesso.
Produzione
Scene tagliate
In sede di montaggio è stata tagliata circa mezz'ora di girato, che verrà successivamente pubblicata nella seconda edizione del DVD del film, uscito il 7 novembre 2007, tra cui due scene in particolare:
- i discorsi di Silvio Berlusconi e i "cavalli" di Vittorio Mangano;
- il ritrovamento e segnalazione al SISMI di Aldo Moro.
Nella versione integrale trasmessa in 2 parti su Canale 5 nella prima serata del 22 e 23 aprile 2008 mancano le scene in cui si fa riferimento a Berlusconi.
Differenze tra il film e i reali fatti di cronaca
- Non tutti i membri della banda si conoscevano da bambini: il Libanese (nella realtà Franco Giuseppucci) era amico di Dandi (nella realtà Enrico De Pedis), e fece conoscenza con il Freddo (nella realtà Maurizio Abbatino) in seguito al furto della sua automobile.
- Il Barone Rosellini (nella realtà il duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere) venne rapito di notte e non di giorno. Ad ucciderlo non fu il Libanese (nella realtà Franco Giuseppucci) ma una banda di Montespaccato, del tutto assente nel film.
- Il Terribile (nella realtà Franco Nicolini detto "Franchino er Criminale") venne ucciso il 25 luglio 1978 a Tor di Valle e non a piazza di Spagna come nel film. Inoltre, i suoi assassini utilizzarono delle armi da fuoco e non un coltello. A ucciderlo non fu Franco Giuseppucci, che comunque era presente.
- La scena dell'assalto alla villa di Gemito ricalca l'agguato di via di Donna Olimpia del 16 marzo 1981, in cui Antonio Mancini e Marcello Colafigli uccisero Maurizio Proietti detto "Er pescetto". Nell'occasione i due assalitori vennero arrestati. Nella realtà tuttavia l'agguato avvenne in un condomino e non in una villa al mare come nel film.
- Il personaggio del Nero, che nel romanzo di Giancarlo De Cataldo ricalca la figura di Massimo Carminati, nel film di Placido sembra maggiormente ispirato a Danilo Abbruciati. Infatti, al pari del vero boss, muore mentre cerca di attentare alla vita del vice presidente del Banco Ambrosiano Roberto Rosone.
- Il Freddo, non fu ucciso ma divenne un collaboratore di giustizia. Allo stesso modo, la sua amante Roberta e uno dei fratelli Buffoni (nella realtà Vittorio Carnovale) sono tuttora in vita. A morire invece fu Edoardo Toscano (loScrocchiazeppi del romanzo e del film), ucciso dai killer testaccini di Enrico De Pedis il 16 marzo 1989.
- A uccidere il Dandi, non fu il Bufalo (nella realtà Marcello Colafigli) ma un killer toscano da questi incaricato. Inoltre, fu ucciso con un solo colpo alle spalle e non con due colpi, di cui uno alla testa come si vede nel film
- Nel film non c'è nessun riferimento al bar dove i boss erano soliti riunirsi per pianificare i colpi e gli omicidi. Nel film si dà invece maggiore risalto al locale "Full 80", ma l'acquisto del night club è da porsi in un periodo successivo a quello narrato nella prima parte del film.
- Franco Giuseppucci non aveva un problema alla gamba come mostrato nella pellicola, bensì un occhio di vetro a causa di un incidente.
- A organizzare la fuga dalla clinica di Maurizio Abbatino non fu Enrico De Pedis: lo stesso Abbatino, che aveva troncato tutti i rapporti con gli ex sodali, grazie anche alla complicità del fratello, riuscì a eludere la sorveglianza ed a calarsi dalla finestra della stanza in cui era ricoverato la notte del 23 dicembre 1986. Successivamente, si rifugiò in Sudamerica e non in Francia come mostrato dal film. La sua amante, a differenza di quanto si vede nel film, non lo seguì in questa ultima fuga.
Anacronismi ed errori
- Nella scena in cui il Nero giunge alla stazione di Bologna, poco prima della strage, per prelevare l'uomo che avrebbe poi ucciso una volta giunti a Novellara, sullo sfondo si vede passare un taxi modello Mercedes-Benz W124. In realtà, tale modello sarebbe entrato in produzione solamente quattro anni dopo, nel 1984.
- Tra le immagini che si succedono in sequenza dopo la scena della morte del Nero (tra cui l'attentato al papa Giovanni Paolo II e la vittoria dell'Italia ai mondiali dell'82), ce n'è una in cui si intravede uno scorcio di Roma sotto la pioggia, con sullo sfondo un autobus dell'ATAC modello Iveco CityClass nell'attuale livrea grigio-rossa (cosa impossibile, dato che il CityClass sarebbe entrato in produzione solo nel 1997, e che all'epoca gli autobus erano di colore arancione).
- Nella scena dello scoppio della bomba è inquadrata la parte destra della stazione mentre la bomba era situata nella sala d'aspetto dell'ala sinistra della stazione di Bologna.
- Nella scena dello scoppio della bomba alla stazione di Bologna, il piazzale davanti alla stazione è quello che appare attualmente con i passaggi pedonali in sanpietrini. Il piazzale ha assunto questo aspetto solo alla fine degli anni 90.
Colonna sonora
La colonna sonora del film comprende numerose hit degli anni Settanta e Ottanta, tra cui una versione di I Heard It Through The Grapevine in una versione cantata da Giorgia.
Riconoscimenti
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Camei
- Il regista Michele Placido appare brevemente nel ruolo del padre di Freddo.
- L'autore del romanzo da cui il film è tratto, il giudice Giancarlo De Cataldo, interpreta il giudice che legge la sentenza di condanna per i componenti della banda.
Curiosità
- Michele Placido propose inizialmente a Kim Rossi Stuart il ruolo del commissario Scialoja.
Romanzo criminale: Trailer
Dietro le quinte
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