Allarme dei magistrati: «La mafia è dilagante»
Non si era mai sentito alle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario un allarme così netto e circostanziato: «Nel nostro distretto giudiziario il mercato finanziario è molto appetito dai boss. Abbiamo le prove di numeroso infiltrazioni - ha detto infatti il procuratore generale della Corte d’appello di Brescia Papalia - serve un ufficio dell’Antimafia». Insomma, anche a Mantova la mafia è dilagante
BRESCIA. L’inaugurazione dell’anno giudiziario a Brescia è coincisa con un allarme a tutto campo sul fenomeno, ormai dilagante, delle infiltrazioni mafiose nelle pubbliche amministrazioni.
Il procuratore generale della Corte d’appello Guido Papalia non ha nascosto le sue preoccupazioni per una situazione, che lui stesso ha definito, ad altissimo rischio. «Dobbiamo prevenire - ha detto nel suo intervento - cercando di intercettare i reati civetta. Sono quelli meno gravi, ma che coinvolgono molto spesso pubblici uffici e apparati finanziari. È fondamentale acquisire il più possibile notizie di reato. E in questo ho avuto un canale privilegiato con le prefetture, in modo particolare con quella di Mantova, rappresentata da Mario Rosario Ruffo. Questa è la strada, per rintracciare le orme più pericolose che la mafia lascia al suo passaggio. Il mercato finanziario della Lombardia orientale è molto appetito e crea un’attrattiva particolare a tutti i livelli. Ne abbiamo la certezza. La criminalità organizzata ha scelto questa parte d’Italia per riciclare il denaro. E’ importante dunque tenere in considerazione tutte le operazioni sospette. Purtroppo la Dia è soltanto a Milano. Non basta. Ho chiesto che venisse aperto un ufficio anche a Brescia perché le infiltrazioni mafiose sono numerosissime: diciannove in un solo anno nell’intero distretto. Ma al momento il progetto è congelato».
Per il procuratore generale c’è un altro filone criminale in grande espansione: quello della violenza domestica che sta assumendo contorni davvero molto preoccupanti. Le procure sono intervenute tempestivamente anche nel vagliare i comportamenti a rischio all’interno dei nuclei familiari.
«E su questo - ha chiarito Papalia - il lavoro svolto dall’Osservatorio nazionale sulla violenza domestica ci ha aiutato moltissimo. I dati relativi agli ultimi otto anni evidenziano nella zona del nostro distretto 55 omicidi e 35 tentati. Quasi un caso al mese. Il 79 per cento avviene in casa, l’11 per cento nelle adiacenze dell’abitazione. Gli autori sono per il 75 per cento italiani. Usiamo ogni mezzo in nostro possesso per tenere sotto controllo la criminalità e - aggiunge il procuratore generale - confermo l’impegno dei magistrati a combatterla nel migliore dei modi, nel rispetto della dignità umana».
Il nodo, però, è il problema carceri. «È con un certo imbarazzo che dobbiamo prendere atto della grave situazione carceraria -confessa il procuratore generale - Un sovraffollamento illegale e inaccettabile che ci è stato contestato anche a livello europeo». Papalia ha voluto inoltre ricordare come il lavoro dei magistrati possa diventare a volte molto pericoloso. E ha citato l’attentato messo a segno ai danni del sostituto procuratore Giulio Tamburini di Mantova. «Un atto gravissimo - ha commentato - perchè messo a segno di notte e con conseguenze che avrebbero potuto essere molto più gravi, visti i danni subiti dall’abitazione del magistrato. Per fortuna l’attentatore è stato individuato e assicurato alla giustizia».
Parlando della piaga delle piaghe, i delitti contro il patrimonio, in poche parole dei furti, il procuratore non si nasconde certo dietro un dito. Ammette che il loro numero sia spropositato, ma nel 2012 rispetto al 2011 ci sarebbe stata una lieve flessione. Molto più da temere, ha osservato ancora una volta Papalia, le ramificazioni e i tentacoli della mafia che sta cercando di monopolizzare il mercato economico e finanzario a tutti i livelli.
Per Mantova all’assemblea erano presenti il procuratore Capo Antonino Condorelli, l’ex presidente del tribunale, Filippo Nora, i vertici della Guardia di Finanza, gli avvocati Sergio Genovesi e Paolo Trombini, presidente dell’ordine.
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