STRAGI MAFIA: 20 ANNI FA ANCHE QUELLA DEI GEORGOFILI
(AGI) - Firenze, 23 mag. - Gli inquirenti hanno infatti stabilito che queste azioni furono la duplice risposta che i clan mafiosi diedero allo Stato per l'applicazione, da una parte, di normative penitenziarie di rigore a carico degli esponenti di mafia con l'articolo 41 bis, il carcere duro e l'isolamento. E dall'altra delle norme di favore che venivano riconosciute a quegli esponenti della criminalita' organizzata che decidevano di collaborare. Mentre la magistratura e le forze dell'ordine di tutta Italia sono al lavoro, la societa' civile si organizza. Nel luglio 2001 viene fondata l'Associazione familiari delle vittime della strage dei Georgofili che si occupa di favorire iniziative per la verita' sulle stragi e mantenerne viva la memoria. Nel frattempo i boss e i gregari di Cosa Nostra responsabili di quella stagione stragistica vengono definitivamente condannati quali mandanti e esecutori. La corte d'assise di Firenze ha condannato Toto' Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella, i fratelli Graviano e il latitante Matteo Messina Denaro. Il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, per la Procura di Firenze e' testimone chiave per la strage dei Georgofili e ha testimoniato al processo che ha visto imputato il boss Francesco Tagliavia, accusato di essere 'coautore' dell'attentato a Firenze. Resta simbolo della strage dei Georgofili, la poesia 'Il tramonto', scritta dalla piccola Nadia Nencioni pochi giorni prima di morire nell'attentato, e scolpita nella targa posta sul luogo della strage a Firenze. I versi conclusivi recitano: "Il tramonto si avvicina, un momento stupendo, il sole sta andando via (a letto), e' gia' sera tutto e' finito". (AGI) Fi3/Mav
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