Lo stereotipo della Sicilia terra di mafia è duro a morire. Lo è ancor di più quando nel resto del mondo le due parole si intrecciano col cibo e con lo sfruttamento dell’immagine dell’Isola per scopi commerciali. E’ quanto succede nel caso di “Don Panino”, ristorante viennese attualmente nel mirino dei media e delle istituzioni per aver accomunato boss mafiosi ed eroi dell’antimafia tra loro e con descrizioni di piatti a dir poco irriverenti. Ma “Don Panino” non è il primo né l’unico caso in questione.
In Argentina, nella città di El Salvador, un apprezzato ristorante porta infatti il nome di “Arte De Mafia”, precisando nel proprio sito internet di essere orgogliosamente il “primo ristorante a tema mafioso d’Argentina”. Causalmente – più che casualmente – sito nel quartiere di Palermo Soho, il locale sembra essere particolarmente apprezzato per la sua atmosfera tipicamente da “Padrino” e per un originale menu. Al suo interno è infatti possibile gustare il Fico N’drangheta, la bruschetta Bernardo Provenzano, la marinata la Camorra, la “Don Vito Corleone”, le pappardelle crimine organizzato e il nero di seppia “Cosa nostra” per citarne alcuni.
Il sito del locale ha inoltre una sezione dedicata alla storia della mafia e approfondimenti su personaggi come la famiglia Gambino e Bernardo Provenzano, “ultimo baluardo di Cosa Nostra”.
Nessun riferimento alle vittime di mafia, almeno stavolta, ma la solita tradizionale riproposizione in chiave promozionale di un pezzo di Sicilia e di Italia che non va dimenticata né glorificata.
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