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Milano calibro 9

Milano calibro 9 (1972)




« Se continua così, vedrai che fanno l'antimafia pure pe' Milano! [...] La chiamano mafia, ma oggi sono...sono bande. Bande in lotta e concorrenza fra di loro. La vera mafia non esiste più »
(Don Vincenzo - dai dialoghi del film)

Milano calibro 9 è un film noir-poliziottesco del 1972, scritto e diretto da Fernando Di Leo, con Gastone Moschin, Barbara Bouchet, Mario Adorf e Philippe Leroy, uscito in Italia il 25 febbraio 1972.
Il film è il primo capitolo della trilogia del milieu del regista. Il titolo della pellicola è quello di un'antologia di racconti di Giorgio Scerbanenco: l'idea del pacco bomba e dello scambio dei pacchi è tratta da Stazione centrale ammazzare subito e le caratteristiche del personaggio di Ugo Piazza sono, invece, riferimenti ai racconti Vietato essere felici e La vendetta è il miglior perdono.

Trama 

1969 - Pasquale Tallarico sorveglia, insieme al compare Rocco Musco, un trasporto di valuta clandestina in dollari, che viene trasportata per Milano da alcuni corrieri, giungendo, dopo un percorso in metropolitana, in piazza del Duomo ma, durante gli scambi, qualcosa va storto ed i soldi spariscono; allo scopo di ritrovarli vengono prima barbaramente ma inutilmente "interrogati" i corrieri da Pasquale e da Rocco, due corrieri estremamente violenti, che, non avendo ottenuto risposte, li fanno saltare in aria in una grotta uccidendoli.
Tre anni dopo, Ugo Piazza, uno dei corrieri all'epoca sfuggito alla vendetta, poiché nel frattempo arrestato per rapina, viene rilasciato dal carcere di San Vittore, per buona condotta ed amnistia ma, appena uscito, si trova di fronte dapprima un esperto commissario di polizia, poco propenso ad ascoltare le idee riformiste del suo vice Mercuri, e quindi incline a ritenere che presto egli tornerà a delinquere, e, successivamente, viene avvicinato da Rocco, che lo attendeva all'uscita del commissariato insieme ad altri due scagnozzi, Pasquale e Nicola, incaricati dall'Americano, il loro capo, di avvicinarlo poiché egli ritiene che sia stato lui a fare sparire i dollari e, dopo averlo pestato, gli consigliano di andare a parlare con il loro boss mafioso, se non vuole che gli sia fatto più del male.
Ugo si reca alla stazione di polizia, dove sostiene di avere smarrito la carta d'identità e, dopo aver visto il volto tumefatto dell'uomo, la polizia pensa ad un pestaggio ma egli nega ed in attesa di ricevere un duplicato del documento, trova alloggio in un modesto albergo della periferia ma, la sera stessa i tre ritornano, entrando nella stanza mentre si trova in compagnia di una prostituta e, dopo che questa viene allontanata, distruggono i mobili alla ricerca dei soldi, mettendo nella condizione Ugo di dovere pagare i danni ma egli non ha denaro e decide di chiederli a due amici: Don Vincenzo, anziano boss della mafia e suo nipote Chino, il quale gli presta i soldi ma si rifiuta di prendere l'amico sotto la loro protezione, nonostante i tre scagnozzi facciano irruzione nella casa, pretendendo i soldi di Ugo appena dati da Chino, venendo tuttavia allontanati dai due.

La lap dance di Barbara Bouchet
Ugo si aggira, apparentemente senza meta, per le strade di Milano, venendo seguito da un uomo con una giacca rossa, ed alla sera si reca in un night club dove lavora la ballerina Nelly, un tempo sua amante, salutando alcune persone che conosceva prima del suo ingresso in carcere, tra i quali il barista e suo figlio Luca; dopo avere passato la notte con Nelly, confidandogli di non avere il denaro, decide di incontrarsi con l'Americano, il quale gli propone una confessione spontanea in cambio dell'assenza di vendetta, ma egli continua a negare di possedere il denaro ed il boss sembra dargli fiducia, proponendogli di lavorare insieme a Rocco, non sapendo che la polizia ha iniziato a pedinarlo, al pari dell'uomo con la giacca rossa.
Nei giorni successivi la collaborazione prosegue e Piazza suggerisce al boss l'ipotesi che i responsabili del furto possano essere Rocco e Pasquale, presenti il giorno dello scambio, ed egli non respinge l'idea, iniziando a dubitare dei suoi uomini e decidendo di piazzare alcune bombe nelle consegne del giorno, causando diverse vittime, ed inoltre decide di eliminare Chino e Don Vincenzo, incaricando proprio Ugo, senza comunicargli i nomi dei bersagli: al momento dell'attentato tuttavia egli cercherà di impedirlo ma l'anziano boss resta ucciso mentre Chino riesce a darsi alla fuga ed Ugo verrà nuovamente picchiato per il suo comportamento durante l'agguato.
Ugo Piazza durante la strage alla villa dell'Americano
La resa dei conti arriva durante una festa nella villa dell'Americano: Chino giunge per vendicare la morte del nonno e lo uccide e anche tutti i suoi uomini, aiutato da Ugo, dopo che egli, inizialmente aveva finto di essere dalla parte del boss; Chino viene ferito e muore ma, un attimo prima di morire, capisce l'intento di Ugo che infatti, subito dopo, finalmente libero dal suo nemico, si reca in una casa in campagna a prelevare i 300.000 dollari rubati tre anni prima ma, mentre sta facendo ritorno a Milano, viene fermato dalla polizia.
Il funzionario che lo blocca sa che egli non può essere responsabile della strage perché era fuori città, ma lo invita comunque a seguirlo alla stazione per accertamenti, dove nessuno si incarica di perquisire l'auto o di controllare la borsa lasciata sul sedile; nello stesso momento il commissario, contento del trasferimento del suo collega "buono" Mercuri, interroga alcune donne presenti nella villa al momento della strage, chiedendo loro se Piazza fosse stato presente ma queste, su ordine di Rocco, rispondono di no. Anch'egli infatti al pari di Chino ha compreso la strategia di Ugo e prima che questi venga lasciato andare. Rocco viene rimasto senza padrone e gli chiede di lavorare per lui affascinato dal suo piano, ma egli temporeggia rispondendo che rifletterà sulla proposta.
Luca uccide Ugo Piazza
In realtà Ugo ha già deciso di lasciare Milano e, dopo avere telefonato a Nelly dicendogli di preparare le valigie si reca a casa sua per invitarla a seguirlo a Beirut, facendogli vedere la borsa piena di dollari ma, immediatamente dopo, Luca che si rivela essere l'uomo con la giacca rossa che lo ha sempre seguito, entra nell'appartamento e Nelly gli urla di sparare ad Ugo, il quale, dopo essere stato colpito, sferra un violento pugno alla ragazza, e, dopo che Luca lo ha finito a colpi di pistola, compare Rocco, che aveva seguito Ugo dopo il rilascio dal commissariato, e, dopo averlo visto morto, uccide Luca sbattendogli la testa contro un tavolo ripetendo «Tu quando vedi uno come Ugo Piazza non lo devi toccare! Tu quando vedi uno come Ugo Piazza non lo devi sfiorare! Tu quando vedi uno come Ugo Piazza il cappello ti devi levare!», ma venendo arrestato immediatamente dopo dai poliziotti, nel frattempo sopraggiunti.

Colonna sonora 

La colonna sonora del film venne composta da Luis Bacalov e dal gruppo progressive degli Osanna. Nel film è inserito un cammeo dei New Trolls e Bacalov dal titolo "Shadows", tratto da "Concerto grosso".
Le tracce incluse sono le seguenti:
  1. Preludio
  2. Tema
  3. Variazione I (To Plinius)
  4. Variazione II (My Mind Flies)
  5. Variazione III (Shuum...)
  6. Variazione IV (Tredicesimo cortile)
  7. Variazione V (Dianalogo)
  8. Variazione VI (Spunti)
  9. Variazione VII (Posizione raggiunta)
  10. Canzona

Collegamenti ad altre pellicole 

  • Con Diamanti sporchi di sangue, diretto nel 1978, Di Leo tornò sui temi di Milano calibro 9, realizzando una sorta di remake, che si doveva intitolare Roma calibro 9, ambientato a Roma. Claudio Cassinelli interpreta la parte che fu di Gastone Moschin, mentre Martin Balsam quella di Lionel Stander. È presente anche Barbara Bouchet, che praticamente interpreta lo stesso personaggio di Milano calibro 9.
  • La famosa scena della lap dance di Barbara Bouchet è omaggiata in Grindhouse - Planet Terror di Robert Rodriguez, in cui a compierla è l'attrice Rose McGowan.
  • Nel primo episodio della prima stagione della serie televisiva L'ispettore Coliandro, intitolato Il giorno del lupo, è possibile vedere dei segmenti del film in una televisione.

Curiosità 

  • Nel videoclip del brano Record player dei Vinylistic sono riprese e rimontate diverse scene del film.
  • Wolff e Pistilli, i due attori che interpretano rispettivamente commissario e vicecommissario, furono accomunati, nella vita reale, da un triste destino: entrambi infatti morirono suicidi in seguito a gravi forme depressive.
  • All'inizio del film quando Pasquale Tallarico (Mario Novelli) seguendo il percorso del pacco dei soldi si reca in una cabina telefonica in Piazza Duomo a Milano per telefonare a Rocco Musco (Mario Adorf), si vede una persona con gli occhiali che esce dalla cabina: è Fernando Di Leo

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