Stato-mafia, parla Riina: la trattativa c'e' stata "ma non baciai Andreotti"
(AGI) - Palermo, 1 lug. - "Appuntato, lei mi vede che possa baciare Andreotti? Le posso dire che era un galantuomo e che io sono stato dell'area andreottiana da sempre". Lo ha detto il capomafia corleonese, Toto' Riina, rispondendono in una pausa del processo per la trattativa Stato-mafia il 31 maggio scorso, a sollecitazione degli agenti di custodia del Gom che sovrintendevano al suo collegamento in videoconferenza con la Corte di Assise di Palermo, secondo una relazione da loro presentato e depositata oggi dai Pm in udienza. Ai suoi custodi Riina ha detto pure: "Appuntato, ha visto? Sono ancora un orologio svizzero, anche se mi sono fatto vecchio".
RIINA, C'E' LA MANO DEI SERVIZI
"Il pentito Giovanni Brusca, il primo a parlare del 'papello', "non ha fatto tutto da solo, c'e' la mano dei servizi segreti. La stessa cosa vale anche per l'agenda rossa. Ha visto cosa hanno fatto? Perche' non vanno da quello che aveva in mnano la borsa e si fanno consegnare la l'agenda. In via D'Amelio c'erano i servizi, ha affermato il boss, parlando con gli agenti di custodia del Gom che sovrintendevano al suo collegamento in videoconferenza con la Corte di Assise di Palermo, secondo una relazione da loro presentato e depositata oggi dai Pm in udienza. I due agenti del Gom sono stati interrogati il 6 giugno scorso dalla Procura e hanno entrambi confermato il contenuto delle dichiarazioni di Riina riportate nella loro relazione. "Io -ha detto ancora Riina- sono stato 25 anni latitante in campagna senza che nessuno mi cercasse. Com'e' possibile che sono responsabile di tutte queste cose?". Il capomafia corleonese ha sostenuto che "la vera mafia sono i magistrati e i politici che si sono coperti tra di loro. Loro scaricano ogni responsabilita' sui mafiosi. La mafia -ha proseguito- quando inizia una cosa la porta a termine. Io sto bene. Mi sento cartico e riesco a vedere oltre queste mura".
RIINA, SONO VENUTI A CERCARMI LORO
"Io non cercavo nessuno, erano loro che cercavano me": cosi' Riina si e' riferito ai carabinieri a propostito della trattativa Stato-mafia in una pausa del processo nell'udienza del 31 maggio scorso, parlando con gli agenti di custodia del Gom che sovrintendevano al suo collegamento in videoconferenza con la Corte di Assise di Palermo. Gli agenti hanno presentato in merito una relazione di servizio, depositata oggi dai Pm in udienza. "A me mi ha fatto arrestare Provenzano e Ciancimino, non come dicono i carabinieri", ha detto ancora Riina, che ha sostenuito: "Di questo papello non sono niente, mai visto". "Io glielo dicevo sempre a Binu di non mettersi con Ciancimino", ha affermato ancora Riina, riferendosi a Bernardo Provenzano e all'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino. Le sue dichiarazioni, frutto di una conversazione in cui ha risposto a sollecitazioni degli agenti della polizia penitenziaria, sono sintetizzate in una relazione di cinque pagine, depositata dai Pm, che il 6 giugno scorso hanno sentito i due agenti autori del rapporto. Entrambi ne hanno confermato il contenuto.
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