Stato-mafia, Riina conferma la trattativa: «Ma del papello non so nulla»
Il padrino avrebbe detto agli agenti penitenziari che a farlo arrestare furono Provenzano e Vito Ciancimino
PALERMO - Dal capomafia Totò Riina arriverebbero clamorose conferme sull'esistenza della trattativa Stato-mafia. Agli agenti penitenziari avrebbe detto che a farlo arrestare furono Bernardo Provenzano e Vito Ciancimino. Le parole del boss, che non collabora con la giustizia, sono finite in una relazione degli agenti che oggi è stata depositata agli atti del processo sulla trattativa insieme agli interrogatori delle guardie carcerarie che hanno sentito le frasi di Riina.
DIALOGO - Dalle parole del boss verrebbe una conferma alle dichiarazioni del figlio di Ciancimino, Massimo, che ha raccontato ai pm che furono il padre e Provenzano a fare arrestare Riina ai carabinieri a gennaio del 1993. Il padrino avrebbe fatto riferimento poi alla circostanza che qualcuno sarebbe andato da lui: frase sibillina che potrebbe alludere al tentativo di dialogo avviato dal Ros con Riina attraverso Vito Ciancimino che avrebbe segnato l'avvio della trattativa.
«MI METTONO SOTTO PRESSIONE» - «Ha visto quante persone hanno chiamato a testimoniare al processo Stato-mafia? Vogliono chiamare circa 130 persone. Le pare giusto quello che stanno facendo? Mi vogliono condannare per forza, mi stanno mettendo sotto pressione a me e tutta la mia famiglia». Così il 21 maggio scorso il boss Totò Riina si sarebbe sfogato in carcere con un agente penitenziario. Lo ha riferito la guardia in una relazione di servizio depositata oggi agli atti del processo Stato-mafia.
«IL PAPELLO? NON NE SO NULLA» - «Stanno facendo pure le perizie calligrafiche dei miei figli - avrebbe aggiunto il boss -. Io di questo papello non so niente. Non l'ho mai visto. La vera mafia in Italia sono i magistrati e i politici che si sono coperti tra loro e scaricano ogni responsabilità sui mafiosi». «La mafia - avrebbe concluso Riina - quando inizia una cosa la porta a termine assumendosi tutte le responsabilità. Io sto bene, mi sento carico e riesco a vedere oltre queste mura».
fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it
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