Casinò (film)
« La città non sarà più la stessa. Dopo il Tangiers, le grandi società si impossessarono di tutto. Oggi assomiglia a Disneyland. E mentre i bambini giocano ai pirati, mamma e papà lasciano le rate della casa e i soldi per l'università del piccolo nelle slot machine. » |
(Sam "Asso" Rothstein / Robert De Niro) |
Casinò (Casino) è un film del 1995 diretto da Martin Scorsese, con Robert De Niro, Sharon Stone e Joe Pesci.
Per la sua interpretazione nel film, Sharon Stone ottenne una nomination all'Oscar come miglior attrice ed un Golden Globe per la migliore attrice. Scorsese ricevette una nomination al Golden Globe per la miglior regia.Dante Ferretti, nel 1996, si aggiudicò il Nastro d'Argento per la migliore scenografia.
Viene spesso considerato la terza parte della trilogia della mafia di Scorsese, iniziata nel 1973 con Mean Streets, proseguita nel 1990 con Quei bravi ragazzi ed ultimata con questa pellicola nel 1995.
Il film è basato sul romanzo di Nicholas Pileggi, Casino: Love and Honor in Las Vegas, basato a sua volta sulla vera storia di Frank "Lefty" Rosenthal ed Anthony "The Ant" Spilotro.
Negli Stati Uniti, il film uscì il 22 novembre 1995, arrivando in Italia il 13 marzo dell'anno successivo.
Trama
Subito dopo il prologo, che mostra il protagonista, Sam Rothstein, cadere in un inferno di peccato, rappresentato da Las Vegas, inizia la storia.
Sam Rothstein è soprannominato Asso, perché molto bravo con le scommesse, e lavora alle direttive della Chicago Outfit, capeggiata da Remo Gaggi. Grazie alle sue scommesse fortunate, Asso rende ricca la famiglia di Remo, che per premiarlo gli affida la gestione di un casinò appena aperto a Las Vegas, il Tangiers.
A controllare Rothstein viene mandato un vecchio amico d'infanzia di Asso stesso, Nicky Santoro, che oltre tutto dovrà assicurarsi che nessuno manchi di rispetto ad Asso e dunque alla famiglia. Rothstein rappresenta il capo del casinò effettivo, mentre il proprietario fittizio (colui che detiene i soldi ma non li amministra) è Phillip Green, che rende conto al sindacalista Andy Stone, che si occupa dei soldi per conto di Remo Gaggi ed i boss di Detroit, Famiglia di Cleveland e Kansas City. Inoltre, Asso non possiede una licenza di gestore di casinò, ma ne ha le redini comunque, grazie ad un piano ben congegnato dai mafiosi, che sfruttano la burocrazia stessa della Contea di Las Vegas.
Sotto l'amministrazione Rothstein, il casinò raddoppia i suoi incassi ed inizia ad ospitare personalità politiche di spicco, come l'ambasciatore giapponese Ichikawa, che cerca di raggirare i proprietari del casinò ed alla fine perde tutti i soldi guadagnati con le truffe grazie all'astuzia di Rothstein e del direttore del casinò, un ex giocatore d'azzardo chiamato Billy Sherbert.
Tra i tanti clienti presenti al casinò, Sam nota l'attraente Ginger. Sam se ne innamora ed inizia però a sfruttarla per spolpare i clienti, i quali, attratti dalla sua ammaliante bellezza, giocano d'azzardo più volentieri e più a lungo, in promessa di un rapporto sessuale facile. Inoltre, Ginger è nel giro della droga insieme al suo pappone, Lester Diamond, e gli procura diversi clienti all'interno del casinò.
Si inizia a vociferare, intanto, che Nicky, il mafioso per eccellenza, mai arrestato, deve essere mandato in città per controllare più direttamente Asso. Il ricco proprietario del casinò non vorrebbe, perché conosce bene i metodi duri e poco ortodossi che usa Nicky e si spaventa delle conseguenze che questi potrebbero avere nel panorama di una città come Las Vegas.
Nicky la pensa diversamente, sostenendo che solo nella città del peccato si può osare tutto. Da un lato, Nicky si introduce perfettamente nella società, dall'altro, inizia a farsi notare all'interno del casinò. Dopo aver buttato fuori tutti gli imbroglioni e i bari dal casinò, gli affari vanno a gonfie vele e Sam propone a Ginger il matrimonio.
Inizialmente titubante, Ginger si lascia convincere da Sam, il quale pensa a un'unione in nome del rispetto, in cui - inoltre - lei viene avvantaggiata dai soldi di lui. Ginger e Sam fanno una figlia e dunque si sposano. Il giorno delle nozze stesso, Ginger chiama Lester Diamond, garantendo a Sam che è l'ultima volta che lo sente e che doveva per forza dirgli addio. Sam si fida e dunque cerca di comprarla con gioielli e costosi capi d'abbigliamento.
Inoltre, per evitare che la moglie rimanga senza soldi in caso egli finisca in carcere, Asso lascia 2.000.000 di dollari in una cassetta di sicurezza a Los Angeles, e ne dà la chiave alla moglie, intestando la cassetta ai coniugi Collins.
I soldi serviranno in caso Asso vada a finire in galera e Ginger abbia bisogno di denaro veloce. I suoi interessi, però, presto vanno a collidere con quelli di Nicky, che inizia ad infiltrare alcuni dei suoi scagnozzi nel casinò. Uno degli uomini di Nicky, un giorno, dopo essersi comportato male viene buttato fuori e picchiato dal suo capo. Per aumentare gli introiti del casinò, Asso apre una sezione scommesse, campo nel quale è sempre stato bravo. In questa maniera, Asso raggiunge presto la vetta, divenendo il numero uno di Las Vegas.
Con i suoi metodi molto poco ortodossi, Nicky entra presto nel mirino dei poliziotti. Sam, invece, entra in un prestigioso circolo di uomini d'affari, il Vegas Valley Country Club. Data la sua pessima condotta, Nicky riceve una lettera da parte della Contea, che gli intima di non entrare più in alcun casinò: in caso contrario, verrà arrestato.
A questo punto, l'unica chance di Nicky è quella di iniziare a fare veramente a modo suo. Egli chiama suo fratello Dominick e comincia a compiere furti di portata sempre più ingente:case, gioiellerie, banche. In tutta la città, Nicky assolda diverse talpe, infiltrate in tutti gli esercizi commerciali più fruttuosi.
L'avvocato di Asso consiglia a Nicky di creare due attività legali che gli fungano da "specchietto per le allodole" per dimostrare al governo da dove vengano tutti i soldi che guadagna: Nicky costruisce così un ristorante ed una gioielleria. In questa maniera, il piccolo boss riesce a mandare una parte del ricavato sempre maggiore ai capi di Chicago, che lo spalleggiano. Apprezzato ed onorato, Nicky viene incoronato boss di Las Vegas.
Allo stesso tempo, Asso inizia la sua parabola discendente: un giorno, licenzia un suo dipendente che non aveva notato un baro e si era dimostrato incompetente. Il dipendente, Dan Word, è però il cognato di Pat Webb, il commissario della Contea.
Ginger gli chiede 25.000 dollari, che Sam vorrebbe prestarle. Alla domanda di Sam su cosa ne voglia fare, la moglie si mostra reticente e quindi questi si rifiuta di darle così tanto denaro. Per controllare a cosa servissero quei soldi, Sam chiede a Nicky di pedinare la donna. Nicky scopre che la moglie si vede ancora con Lester e lo dice a Sam, che raggiunge la sua sposa ed il pappone in una piccola tavola calda. Qui, Asso intima a Lester di lasciare sua moglie in pace e di non farsi vedere più. Fuori dal locale, gli uomini di Nicky picchiano Lester, che rimane gravemente ferito.
La sera del pestaggio, Ginger si confida con Nicky, che da un lato stravede per la donna e dall'altro cerca di proteggere il suo amico Sam. Al casinò, Sam riceve la visita di Pat Webb, il quale cortesemente gli chiede di riammettere Dan Word, il cognato licenziato qualche giorno addietro. Con molta flemma e diplomazia, Sam nega la riammissione, sostenendo che Dan è troppo incompetente per continuare a lavorare nel suo esercizio.
Pat, sapendo che qualcosa d'illegale dev'esserci per forza, minaccia di eseguire un controllo al casinò. Sam torna in casa e nota Ginger distesa sul letto, drogata di farmaci. Ginger inizia a protestare dicendo a Sam che egli non può impedirle di vedere Lester. Ai mafiosi iniziano ad arrivare sempre meno soldi, a causa dei collaboratori di John Nance, socio di Rothstein, che durante la scrematura rubano soldi in quantità sempre maggiori.
Phil Green ha dei problemi con Anna Scott, una sua collaboratrice di vecchia data e dunque è costretto a mostrare al dipartimento finanziario da dove vengano i suoi soldi: questo metterebbe alla luce del sole il giro di soldi dei mafiosi che va avanti da anni e questi decidono di chiudere il caso, facendo uccidere la Scott da Santoro.
La polizia punta gli occhi su Green e di conseguenza su Sam, del quale si scopre che è sprovvisto della licenza per gestire un casinò. Asso dunque non può più lavorare all'interno della casa da gioco, ma l'avvocato gli consiglia di non preoccuparsi più di tanto. Nicky accusa quest'ultimo di essere incompetente e lo minaccia, scatenando una lite anche con Sam. Nicky gli racconta di quando Ginger è andato a parlarle dei propri disagi. Sam, in preda alla rabbia, gli dice che Nicky è solo un proprio strumento così come lui è uno strumento di Nicky.
Sam intuisce il perfido piano di scalata al potere che Nicky ha ordito dal primo istante in cui è entrato a Las Vegas. Ben presto, i suoi pensieri si concretizzano, quando Nicky, senza alcun ordine o permesso, inizia ad eliminare tutti i propri avversari. La stampa lo accusa degli omicidi, ma il mafioso non va in galera perché non c'è nessuno disposto a testimoniare contro un membro così altolocato nel giro della mafia.
Remo Gaggi inizia a sospettare una relazione tra Ginger e Nicky (cosa contro le regole della mafia)e a temere per il destino di Las Vegas e parla con Frank Marino, un amico di Nicky, consigliandogli molta cautela per il futuro. I federali cominciano a spiare con una certa frequenza Nicky, che, per confonderli, acquista mezzi di spionaggio sofisticati e inizia a controllarli. Nicky, avendo attirato su di sé le attenzioni dei federali, ha irrimediabilmente coinvolto anche Asso. Un giorno, mentre si trova a casa di Sam a giocare a golf, Nicky vede arrivare i federali a bordo di un aereo, ormai senza benzina, a causa del tempo trascorso a sorvegliare Nicky dal velivolo. Vedendo apparire i federali, due uomini della finanza che esaminavano il caso di Sam, rimangono atterriti e vanno via.
All'udienza, Sam non viene nemmeno ascoltato e la licenza non gli viene concessa. Per continuare a lavorare all'interno del casinò, Sam decide di condurre uno show chiamato Asso pigliatutto, dove attacca i politici a cui aveva fatto favori in cambio della licenza che poi non ha avuto, tra cui il senatore ed il governatore del Nevada e accusa di ricatto anche lo sceriffo Web. I mafiosi non vedono di buon occhio l'accanimento di Asso verso la propria causa e pensano che se la giustizia si interessasse al caso, potrebbero venir fuori tutti i nomi correlati con Rothstein, e dunque anche i loro.
Remo Gaggi decide allora di inviare Andy Stone ad avvertire Asso. Asso sa di non aver fatto nulla di sbagliato e sa che è in realtà Nicky il problema. Il giorno dopo, parla con lui nel deserto fuori Las Vegas, temendo per la prima volta che l'amico abbia scelto quel posto per ucciderlo. Finita l'accesa discussione, però, Nicky va via.
Accade un inconveniente: durante una lite di famiglia, Artie Piscano, viceboss di Kansas City e gestore della drogheria San Marino, nomina tutti i responsabili della scrematura, ossia il suo boss Vincent Borelli, Remo Gaggi, Andy Stone, John Nance, Asso e Phil Green. I federali registrano i nomi ascoltati. Nel frattempo, Ginger cerca di divorziare da Asso e di ottenere l'affidamento della figlia Amy. Per ingraziarsela, Asso le concede un weekend a Beverly Hillscon la figlia, durante il quale, però, Ginger cerca di aggirare Asso e fuggire con Lester e i soldi del marito. Asso chiama l'hotel dove Ginger alloggia con la bambina e chiede di lei, scoprendo che è uscita con un misterioso "mr. Rothstein".
Infuriato, Sam chiama Gaggi e chiede di fare controllare dove sia sua moglie. Gaggi manda alcuni dei suoi uomini a spiarla: si scopre che la donna è con Lester in casa di quest'ultimo. Nonostante Asso la convinca a tornare con la bambina, a Lester sono rimasti 25.000 dollari. Inoltre, Nicky non può sopportare il fatto che Asso ha preferito convocare Gaggi e i suoi uomini e non lui.
Asso va a cena fuori con Ginger, esponendole tutti i suoi dubbi sulla loro relazione. Ginger, drogata ed ubriaca, se ne va dal locale. Sam cerca di parlarle, non ottenendo alcun risultato. Il giorno dopo, Ginger va a parlare con Nicky, in uno dei tanti rifugi di questo. Dopo essersi fatta ammaliare, Ginger pratica del sesso orale con Nicky. Quando i due escono dal rifugio, vengono fotografati dai federali, che spiano giorno per giorno le mosse del mafioso. Il fatto che Nicky si frequenti con la moglie di Rothstein inizia ad insospettire i boss di Detroit.
Un giorno, Ginger lega la propria bambina al letto durante il sonno ed esce di casa con Nicky. Sam non regge più, la scova con l'amico e la caccia di casa, lasciandola senza soldi. La mattina dopo, Ginger ritorna e ruba a Sam la chiave della cassetta di sicurezza a Los Angeles, dove sono custoditi i 2.000.000 di dollari in contanti ed i gioielli. La banda di Nicky, alle prese con la cocaina e l'alcool, si comporta sempre più ingenuamente. L'FBI arresta Ginger e, terminato il puzzle di informazioni necessarie, passa all'azione, arrestando tutti coloro che erano correlati con il casinò.
Artie Piscano muore d'infarto quando viene arrestato, gli altri mafiosi vengono processati con un rischio dai 25 anni di reclusione all'ergastolo. Durante l'udienza stessa, i mafiosi decidono di uccidere i responsabili di ciò e i possibili testimoni. Andy Stone è il primo a morire, segue John Nance, fuggito in Costa Rica insieme al figlio e dunque tutti gli altri, come Phil Green e gli addetti che si occupavano della contabilità del casinò. Nicky, pensando che la morte di questi sia stata ordita da Asso, gli piazza una bomba nell'auto. Nonostante l'esplosione, Sam si salva grazie ad un errore di fabbricazione. Ginger muore di overdose, in un motel di Los Angeles, oramai senza denaro. Anche Nicky e suo fratello vengono uccisi, dato che la bomba non era stata autorizzata, e seppelliti vivi da Frank Marino ed i suoi uomini.
A Sam viene affidato un destino diverso: ritornare a puntare scommesse proficue per la famiglia a San Diego.
Negli anni successivi quasi tutti i vecchi casinò vengono distrutti e mafiosi e sindacalisti vengono cacciati da Las Vegas. Invece, le grosse società finanziare mettono le mani suoi nuovi casinò, rendendo i casinò posti sgradevoli e asociali dove "prima che ti arrivasse il servizio in camera dovevi aspettare fino a Giovedì". Inoltre le società usarono buoni del tesoro ed azioni truffa per finanziare i nuovi casinò.
Produzione
Sceneggiatura
La sceneggiatura del film è il frutto di una intensa collaborazione tra Nicholas Pileggi e Martin Scorsese: entrambi avevano voglia di scrivere qualcosa su Las Vegas, la mafia ed il denaro. L'occasione per Pileggi arrivò quando i boss diChicago e Milwaukee vennero processati per la scrematura di un casinò a Las Vegas: «Era fantastico. Mi ci buttai a capofitto» - asserì in seguito Pileggi, entusiasta della storia e dei molteplici spunti che aveva: mafia, denaro, imbrogli.[4] Il passo successivo di Pileggi fu quello di illustrare ai capi della Universal il progetto di questo film ambientato nella Las Vegas anni settanta. La Universal accettò, anche perché Scorsese doveva un film alla casa di produzione, con la quale aveva già girato L'ultima tentazione di Cristo e L'età dell'innocenza.
Scorsese era in un certo senso "obbligato" a girare il film, ma venne spronato dalla sceneggiatura di Nick Pileggi, da un libro del quale era già stato tratto Quei bravi ragazzi. La Universal venne particolarmente attratta dal progetto, che sembrava un Quei bravi ragazzi su scala nazionale, un sequel indiretto, come poi riconfermò lo stesso Scorsese.
I primi problemi nella stesura dello script sorsero quando i protagonisti reali si rifiutarono di collaborare con Pileggi: tra questi anche lo stesso Frank Rosenthal, il cui alter ego altri non è che Sam Rothstein. Quando, nel maggio 1994 iniziò a girare la voce sul film di Scorsese, con De Niro, lo stesso Rosenthal si precipitò a chiamare Pileggi, chiedendogli se si avesse intenzione di girare un film basato sui suoi problemi con la mafia a Las Vegas.[4] Avendo avuta confermata la notizia secondo cui De Niro avrebbe interpretato un personaggio a lui ispirato, dopo un colloquio con l'attore stesso, Rosenthal accettò a collaborare.
Con Rosenthal al lavoro sul progetto, in pochi mesi vennero ottenute tutte quelle informazioni prima precluse, anche solamente «in cambio di incontrare De Niro, Joe Pesci, la Stone o Scorsese».
Barbara De Fina disse che le lavorazioni di Quei bravi ragazzi e Casinò furono molto diverse, poiché Quei bravi ragazzi veniva adattato da un romanzo già finito, mentre Casinò era in fase di scrittura proprio mentre Scorsese lavorava alla sceneggiatura. Pileggi propose diverse strutture narrative al regista, elencandogli tutti i particolari che gli erano venuti in mente, cosicché Scorsese potesse iniziare a rielaborare in immagini quelle scene, cercando le prime location.
Proprio a causa di questa assenza di struttura narrativa basilare, secondo Pileggi, il libro scorre in maniera più lineare e cronologica, mentre il film segue una trama aggrovigliata, con diversi punti di vista e livelli di lettura.
Scorsese disse, a proposito della sceneggiatura: «Si basa su battute estemporanee, gente che racconta storie, parte per la tangente, fa digressioni. Ma si tratta di fare digressioni per poi tornare alla storia, montare tutto in modo veloce per riportare tutto al racconto. È uno stile che io e Nick avevamo iniziato con "Quei bravi ragazzi" e che qui abbiamo portato alle estreme conseguenze».
Come in Quei bravi ragazzi, in Casinò è di fondamentale importanza la voce fuoricampo. L'uso della voce fuori campo venne in mente a Pileggi dopo che, durante un colloquio con un boss di Chicago, rimase positivamente colpito e divertito dall'accento e dalle frasi che questo riusciva ad inventare al momento, unendo ironia e humor nero.[4] Dopo il primo colloquio portò sempre con sé un registratore portatile, per far capire a Scorsese che tipo di voce fuori campo servisse alla narrazione ed ai ritmi di Casinò.
L'unica battuta in fuori campo che non viene recitata da De Niro e Pesci è quella pronunciata da Frank Vincent, tuttavia importante ai fini della narrazione e dello sviluppo dell'intera storia. Alla fine, lo script venne letto ed autorizzato da Rosenthal.
Finita la sceneggiatura, a fianco di Scorsese, Pileggi corse ad ultimare il libro, Casino: Love and Honor in Las Vegas, che doveva uscire prima della pellicola.
Cast
Il cast del film vede Robert De Niro, Joe Pesci, Sharon Stone e James Woods come protagonisti, tutti affiancati da una schiera di attori più o meno noti. Richiamando Pesci e De Niro, con Scorsese alla regia, si ricreava la squadra vincente (anche se mancava Ray Liotta) che era riuscita a trasporre su grande schermo il mondo mafioso in Goodfellas. La cosa era favorevole, poiché i rapporti tra gli attori erano già ben consolidati: nel periodo intercorso tra Goodfellas e Casinò, De Niro aveva addirittura diretto un film sul mondo della mafia, Bronx, in cui aveva fatto recitare Pesci, rinsaldando ancora di più il proprio rapporto con l'attore.
De Niro arrivò a dire che, oramai, lui e Pesci erano come fratelli. Joe Pesci, dal canto suo, aggiunse che per molti attori il lavorare al fianco di De Niro potrebbe risultare frustrante, mentre per lui non lo è mai stato. «Siamo un bel trio di lavoro» - concluse Pesci.
Per calarsi di più nel ruolo di Sam Rothstein, personaggio modellato sul vero Frank Rosenthal, De Niro lo incontrò. «È sempre più interessante incontrare la persona reale. Anche se la storia è romanzata, quella persona ti fornisce gli spunti, sebbene poi tu debba cambiarli per questioni legali o altro, ma puoi sempre sfruttarli in altro modo», disse De Niro circa il suo incontro con l'imprenditore. Dopo il primo incontro, De Niro sentì svariate volte Rosenthal al telefono e lo incontrò, insieme a Scorsese, per un paio di scene fondamentali: quella dell'esplosione della propria autoe quella del pestaggio di Lester Diamond.
In questo trio già ben collaudato doveva per forza inserirsi il personaggio femminile di Ginger, che, a detta di poliziotti, mafiosi e dei giocatori d'azzardo, era bellissima e furbissima. La partecipazione diSharon Stone per il ruolo di Ginger non fu cosa facile: il primo incontro con Scorsese sfumò per ragioni sconosciute, al secondo incontro il regista non si presentò a causa di un guasto al treno con il quale stava arrivando. La Stone capì erroneamente che Scorsese non la volesse provinare e cercasse delle giustificazioni, quindi, quando Ellen Lewis la chiamò per una terza audizione, la Stone rifiutò.[5]Fu Scorsese stesso che, venuto a sapere che la Stone stava cenando in un ristorante vicino, corse a chiederle di partecipare al film.
Dopo aver avuto un colloquio con il regista, la Stone accettò di fare un provino per la parte assegnatale. Sharon non ebbe notizie per mesi, sino a quando, un giorno, la Universal non la chiamò, comunicandole che Scorsese e De Niro tornavano in California e volevano rivederla. Nonostante le paure dell'attrice, Scorsese era rimasto colpito dall'audizione, sapendo tuttavia che questa si era trattenuta per paura di apparire troppo brutale.
Una volta entrata a far parte del cast, la Stone chiese a Scorsese di essere duro con lei e di fare uscire il suo lato nascosto, dato che ormai la gente la credeva ancorata al personaggio di Basic Instinct.[5]All'attrice stessa venne lasciato molto spazio per creare il suo personaggio: l'idea del cambio drastico di look nella seconda parte della pellicola venne deciso dalla Stone, la quale, per quella sequenza, aveva pensato: «[Ginger] dovrebbe tagliare i capelli e farsi delle tette da sballo». Scorsese accettò la proposta della Stone, che in breve tempo si procurò delle protesi e girò la scena, ottenendo l'effetto voluto
La Stone venne messa a suo agio sul set anche da De Niro, che la consigliava e la aiutava, conoscendo già Martin. Una delle scene più difficili da girare con la Stone, a detta di Scorsese, fu quella in cui Ginger rivela a Sam di avere una relazione con un altro uomo. Scorsese, invece, la aiutò per la scena in cui Ginger chiama Sam dalla cabina telefonica di Beverly Hills, tanto che in seguito la Stone dirà che «Scorsese è la persona più squisita con cui lavorare».
Joe Pesci tornava a lavorare con Scorsese dopo aver partecipato ai suoi Toro scatenato e Quei bravi ragazzi. Anche in questo film, Pesci rappresentava il personaggio insensibile e violento.
Un'altra novità per Scorsese fu James Woods, che accettò di partecipare alla pellicola data la sua precedente collaborazione con Sharon Stone, nel 1994, in Lo specialista e quella con De Niro, nel 1984, in C'era una volta in America.
Frank Vincent, che nel film interpreta Frank Marino, disse che il recitare in un film di Scorsese fu la spinta più importante per la sua carriera. Il personaggio di Marino era basato su Frank Cullotta, che faceva da consulente tecnico per il film, dato che era passato sotto l'ala difensiva della protezione testimoni, ma aveva assistito ai fatti che venivano narrati. Per ricambiarlo della consulenza, Scorsese gli diede una parte alla fine della pellicola. Nella scena dell'omicidio di Alan King, Cullotta spiegava all'attore come si uccideva tra i mafiosi, ma - una volta terminata la scena - non si mostrò soddisfatto. Perciò, Scorsese decise di mettere da parte l'attore e fare sparare Cullotta.
Numerosi sono inoltre i comici statunitensi che recitano nella pellicola: King, Dick Smothers, Don Rickles ed altri. In particolare, Rickles aveva recitato in due soli film drammatici. Casinò vide Rickles per la prima volta in un ruolo totalmente drammatico.
L.Q. Jones partecipò alla pellicola nel ruolo di Pat Webb, poiché era uno degli attori preferiti di Scorsese. Fu molto importante anche l'aiuto di Catherine Scorsese, la madre del regista, e di Vinny Vella, un caratterista italoamericano. Per la scena in cui Vella si lamenta ed inizia ad imprecare, Martin disse a sua madre di reagire spontaneamente alle imprecazioni dell'attore.
La responsabile del casting Ellen Lewis aiutò Martin a trovare tutte le comparse e i personaggi secondari del film: molti dei mafiosi sono dunque reali, così come i poliziotti ed i croupier.
Regia
Le riprese del film, che lo stesso Martin Scorsese definì «difficile da girare», durarono 100 giorni. La difficoltà principale per la troupe venne determinata dal fatto che le location erano molteplici, ma in ogni location veniva girata una scena di breve durata e dunque, per contrappasso, le scene lunghe erano le più facili L'intenzione di Scorsese era di mostrare Las Vegas in maniera sfavillante e dunque diverse riprese la fanno apparire, appunto, come un gioiello. Una di queste è quella in cui, uscendo dalle nuvole, osserviamo Las Vegas immersa nel deserto: questa inquadratura venne realizzata da Saul Bass, ma progettata da Scorsese. A detta della montatrice Thelma Schoonmaker, Scorsese «ideò tutte queste cose per dare la sensazione di cosa fosse entrare in questo mondo scintillante e assurdo».
Per ricreare una Las Vegas anni settanta credibile, Scorsese si affidò allo scenografo italiano Dante Ferretti. Inizialmente, Ferretti era titubante poiché non sapeva molto della città, ma, spronato da Scorsese, decise di collaborare. Dietro consiglio del regista, Ferretti visionò Colpo grosso (Lewis Milestone, 1960) e consultò diversi libri per capire quale fosse lo stile di Las Vegas, rendendosi conto che la città non aveva una propria impronta e dunque si era liberi di realizzare molteplici set nei modi più svariati.
Il "turbante" che sta sulla vetta del casinò Tangiers venne generato in grafica computerizzata. Fu difficile trovare un set per girare gli interni del casinò: inizialmente, la troupe cercò di girare all'interno di una vera casa da gioco, ma c'era troppo rumore e non era dunque possibile; a questo punto, Scorsese chiese di costruirne uno insonorizzato, ma la costruzione di questo set sarebbe stata troppo dispendiosa e dunque la produzione cercò un vecchio casinò in disuso. Anche stavolta, la scelta si rivelò un insuccesso: e dunque il regista decise di optare per la prima opzione, per trasmettere tramite la pellicola quelle stesse sensazioni che si provano quando ci si addentra tra le luci ed il rumore di un vero casinò.
«Vedemmo molti casinò, ma ce n'erano pochi che potessero andar bene per quel periodo. La scelta si limitava ad un paio, e dovevamo trovarne uno che ci accettasse. Perché [i proprietari] non sono nel giro del cinema e il cinema distrae la gente dal gioco» - asserì Barbara De Fina. Alla fine, fu il Riviera che accettò di ospitare le riprese della pellicola.
Le riprese all'interno della casa da gioco iniziavano a mezzanotte e finivano alle otto di mattina, quando l'afflusso di gente era minore. Scorsese disse che le prime sei settimane al Riviera furono un problema: «Certo, era bello, per quell'atmosfera reale, straordinaria [...] ma tutta quella gente, quel caos: insostenibile!».
Il primo giorno, inoltre, l'afflusso di gente incuriosita dalle riprese fu maggiore, poiché all'esterno del casinò venne affisso un cartello che avvertiva i clienti che all'interno si stavano svolgendo le riprese del film Casinò, con De Niro, Sharon Stone e Don Rickles. Verso le due, si acquietò tutto e si poté iniziare a girare in tranquillità: nella prima mattinata, invece, arrivarono gli anziani, e Scorsese li riprese mentre entravano nei locali, in una ripresa che è stata poi inserita nel finale della pellicola.
Dopo tre settimane di riprese, il regista disse che «era come se vivessero nel casinò».Per le altre riprese in interno, la troupe ottenne la licenza di girare in un museo di dinosauri ormai in disuso, dentro il quale vennero creati, in meno di un mese, i set dell'ufficio di De Niro e della sala scommesse.
Si ebbero diverse difficoltà anche con la costruzione della casa di Rothstein: «La geografia della casa era molto importante, perché c'è la scena in cui l'FBI atterra sul campo da golf». Dante Ferretti guardò moltissime case sino a quando non ne trovò una perfetta, il cui interno era però troppo piccolo: la casa venne affittata ed al proprietario venne pagato un albergo per tre mesi; la troupe si occupò di abbattere alcune pareti dell'interno della casa per fare spazio ad un grande soggiorno.
Una sala all'interno del Riviera Hotel, l'albergo all'interno del Riviera Casinò, venne riutilizzata per creare il club dei mafiosi. Tutto, come dirà Scorsese, venne studiato per ricreare le atmosfere kitsch di Las Vegas.
Molte delle riprese vennero pianificate in fase di pre-produzione da Scorsese e dal direttore della fotografia, soprattutto quelle in movimento, durante le quali la luce dev'essere molto precisa. Casinò rappresenta il primo lavoro di Scorsese con Robert Richardson: una delle caratteristiche del lavoro di Richardson è l'efficace utilizzo della luce, cosa che ovviamente non poteva far altro che giovare ad un film estremo come il suddetto.
Costumi
I costumi vennero creati da Rita Ryack e John Dunn, che confezionarono decine di abiti su misura per tutti gli attori del cast. «Il personaggio di De Niro, Rothstein, si basa su Frank "Lefty" Rosenthal, il cui guardaroba era anche più estremo di quanto abbiamo mostrato noi. [...] Sempre in completo e cravatta, ma molto estremo.»
La troupe andò a trovare Frank Rosenthal, che fece loro visionare i propri vestiti. Visionando il suo guardaroba, la Ryack capì come doveva vestire De Niro. Inoltre, Rosenthal prestò alcuni dei propri indumenti dell'epoca che aveva ancora conservato, per donare un'ulteriore vena di realismo alla pellicola. «Su Bob, quei vestiti erano molto minacciosi». In tutto, la Ryack e Dunn confezionarono 70 completi per De Niro. Anche gli occhiali da sole dovevano riflettere la personalità di Rothstein: questi vennero fatti scegliere a De Niro in persona, che optò per un modello simile a quello che usava Lew Wasserman.
La Ryack notò che, per scelta di Scorsese, i costumi sono più "classici" all'inizio della pellicola, mentre vanno accettuando il loro colore ed il loro stile a mano a mano che le cose si complicano. Fu lo stesso Scorsese, ad esempio, a decidere di usare il completo che si vede nella scena iniziale, di un colore arancio intenso, che serviva ad avvertire il pubblico di quello che di lì a poco sarebbe successo.
Per Ginger, invece, la troupe confezionò circa 50 costumi. Anche per Ginger si seguì il processo dell'escalation, ma all'esatto contrario: all'inizio, quando è una regina di Las Vegas, i suoi vestiti sono colorati, sgargianti, eccessivi, mentre diventano sempre più normali a mano a mano che la sua relazione con Sam si va consumando. Da quando scappa con Lester, i vestiti della Stone diventano sempre più azzardati. Specie in questa ultima parte della pellicola, i costumi di Ginger dovevano metaforizzare la sua voglia di proteggersi e, per questo, vennero tessuti in pelle.
Fu d'aiuto per i costumisti anche la presenza di Bob Richardson, il direttore della fotografia, che accettò di riprendere anche i costumi più scintillanti e difficili.
Accoglienza
Il film venne realizzato con un budget di 52.000.000 $ e venne proiettato per la prima volta il 22 novembre 1995 a New York. Nel primo week-end di apertura negli Stati Uniti ricavò 9.946.480 $, e quando venne ritirato dalle sale americane, aveva incassato più di 42.000.000 $ (quarantesimo posto della classifica annuale nazionale) a cui vanno aggiunti più di 7 milioni di sterline solo nel Regno Unito; in Italia il film incassò l'equivalente di più di 4.000.000 €attuali; in tutto il mondo, il film guadagnò all'incirca 116.112.375 $, posizionandosi al ventisettesimo posto degli incassi mondiali di quell'anno. La diffusione in VHS e in videonoleggio fruttò ai produttori del film altri 20 milioni di dollari.
Critica
Barbara De Fina notò che il ritorno di Scorsese sui temi della mafia poteva essere frustrante per il regista, che invece avrebbe voluto esplorare altri temi e si trovava il pubblico che lo incitava a fare film sui mafiosi che sa dirigere così bene. Lo stesso Scorsese disse che il punto debole che molti avevano riconosciuto è da vedersi nella presenza di troppe sottotrame, digressioni e varie, che molti invece apprezzavano.
Il dizionario Morandini assegna al film un giudizio sintetico di 3½ stelle su un massimo di 5, mentre Il Mereghetti gli conferisce il massimo punteggio (4 stelle), parlandone apertamente come di uno straordinario capolavoro.
Kenneth Turan del Los Angeles Times ha scritto su questo film: «Martin Scorsese è un maestro del cinema, così abile nella manipolazione delle immagini da essere definito il più competente dei registi americani in attività»,
e Kevin Laforest del Montreal Film Journal ha scritto «Non è perfetto come "Quei bravi ragazzi" ma è altrettanto grande». Viceversa Robert Roten ha duramente stroncato il film definendolo «pieno di buone occasioni sprecate».
Colonna sonora
La colonna sonora del film comprende molti pezzi blues, swing e rock (come Can't You Hear Me Knocking dei Rolling Stones). Il tema Contempt, che apre la colonna sonora è tratto dal film Il disprezzo di Jean-Luc Godard. Molte tracce non sono incluse nella colonna sonora ufficiale della pellicola, come Sweet Virginia dei Rolling Stones e Gimme Shelter, una costante di molti film di Scorsese (fa parte della colonna sonora del precedente Quei bravi ragazzi e del successivo The Departed - Il bene e il male).
Disco uno [modifica]
- Contempt/Theme de Camille (Georges Delerue)
- Angelina/Zooma, Zooma Medley (Louis Prima)
- Hoochie Coochie Man (Muddy Waters)
- Nights in White Satin (The Moody Blues)
- How High the Moon (Les Paul & Mary Ford)
- Hurt (Timi Yuro)
- Ain't Got No Home (Clarence 'Frogman' Henry)
- Without You (Nilsson)
- Love Is the Drug (Roxy Music)
- I'm Sorry (Brenda Lee)
- Go Your Own Way (Fleetwood Mac)
- The Thrill Is Gone (B.B. King)
- Love Is Strange (Mickey and Sylvia)
- The 'In' Crowd (Ramsey Lewis)
- Stardust (Hoagy Carmichael)
Disco due [modifica]
- Walk On the Wild Side (Jimmy Smith)
- Fa-Fa-Fa-Fa-Fa (Sad Song) (Otis Redding)
- I Ain't Superstitious (Jeff Beck e Rod Stewart)
- The Glory of Love (The Velvetones)
- (I Can't Get No) Satisfaction (Devo)
- What a Difference a Day Makes (Dinah Washington)
- Working in a Colemine (Lee Dorsey)
- House of the Rising Sun (Eric Burdon)
- Those Were the Days (Cream)
- Who Can I Turn to (When Nobody Needs Me) (Tony Bennet)
- Slippin' and Slidin' (Little Richard)
- You're Nobody Till Somebody Loves You (Dean Martin)
- Compared to What (Les McCann & Eddie Harris)
- Basin Street Blues/When It's Sleepy Time Down Sou (Louis Prima)
- Matthaus Passion (Chicago Symphony Orchestra)
Riconoscimenti [modifica]
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Casino: Trailer originale (1995)
Casino:Trailer ita (1995)
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